Sulla scia degli
avvenimenti conclusivi del precedente episodio, il cui finale metteva in luce
la scelta di una strada diversa da parte del personaggio interpretato dal
compianto Paul Walker, l’ottavo capitolo della saga cinematografica di successo
prende forma dalle strade di Cuba, dove Dom (Vin Diesel) e Letty (Michelle
Rodriguez) stanno trascorrendo la luna di miele. Incalzante il confronto visivo
iniziale con la realtà automobilistica americana, reso più agevole successivamente
con l’ingresso nel parco macchine del nuovo quartier generale grazie al Signor
Nessuno (Kurt Russel), affiancato dal Piccolo Nessuno (Scott Eastwood), una
delle new entry nel cast.
TRADIMENTO |
Ricostituita la squadra,
i nostri beniamini iniziano a ragionare sulle competenze di driver e tecnici,
come nel caso di Tej (Ludacris), affiancato da Ramsey (Nathalie Emmanuel),
tornata nel ruolo di hacker ed esperta informatica, fondamentale nella lotta
contro l’antagonista della vicenda Chiper (Charlize Theron), una spietata cyber
– terrorista, la quale sarebbe intenzionata a portare Dom dalla sua parte e
sembra riuscirci, in realtà grazie ad un ricatto. Riconoscibile, questo, come
punto di rottura centrale in virtù del fatto che l’idea di famiglia allargata
va riconosciuta proprio in Toretto, come evidente da una sua battuta di Fast and Furious 5. Attraverso il rombo
dei motori e un imponente raffronto con la vita precedente, la pellicola segna
un passo avanti verso la normalità pur rimanendo costruita sui punti cardine
della produzione, l’importanza ai motori e alla velocità, i toni ironici
talvolta presenti, come nel caso del battibecco tra Tej e Roman (Tyrese Gibson)
sulla scelta di una lamborghini arancione da parte di quest’ultimo.
Schieramento nella “squadra giusta” (cit.) da parte dei fratelli Owen (Luke
Evans) e Deckard Shaw (Jason Statham), cooperazione resa possibile
dall’intervento della madre Magdalene (Helen Mirren). A dare maggior fisicità
alla sceneggiatura del film ci pensa l’immancabile Dwayne Jhonson nei panni di
Luke Hobbs, artefice della richiesta iniziale d’aiuto a Dom e i suoi. Non
poteva mancare il ricordo del personaggio interpretato da Walker, all’inizio
del film come l’unico che avrebbe saputo cosa fare e ad epilogo finale con il
conferimento del nome Brian all’ultimo arrivato della famiglia.
Diretto da F. Gary Gary,
il prodotto della settima arte parte del colosso cinematografico consolidato
costituisce il primo episodio della trilogia conclusiva del franchise, una
sorta di svolta verso il cambiamento presumibilmente, come evocato dalla fine
del capitolo precedente con la squadra immobile davanti all’immagine della
paternità impersonata da Brian.
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