GAME THERAPY ......................................................... l'atteso evento di Alice nella città
Appartenente
alla schiera di eventi speciali relativi alla rassegna parallela della Festa del Cinema di Roma Alice nella città,
il lungometraggio – evento pone, in un certo senso, uno sguardo
sulla modernità. Mettendo al centro della narrazione, infatti,
l'evoluzione tecnologica del mondo attuale, il film riflette la
storia della generazione del social network e dell'era digitale.
Diretta
da Ryan Travis, la pellicola affronta la triste storia generazionale
attraverso le vicessitudini dei caratteri centrali del film,
interpretati da giovanissimi ragazzi italiani, Lorenzo Ostuni e
Federico Clapis, rispettivamente nel ruolo di Francesco e Giovanni.
Amici di giochi e appassionati di consolle, i due giovani sembra
trovino rifugio dalla vita reale nell'immersione virtuale, fino a
perdere il contatto con la realtà. Una cura a questo distacco dal
mondo reale sembra essere una full immersion in un nuovo gioco che
porta dall'altra parte, in una dimensione parallela in cui dar sfogo
alla propria appartenenza al virtuale. La situazione, però, andrà
via via inevitabilmente peggiorando quando a esser messe in
discussione saranno le precedenti convinzioni, ciò in seguito
all'intervento della partner di Giovanni Danika (Elisa Piazza), la
quale esigerebbe maggior coinvolgimento da parte del giovane
gameopata. In uscita domani nelle sale, il lungometraggio di Travis
porta sul grande schermo i volti noti di Youtube, esperimento che,
pur coinvolgendo un vasto pubblico, sembrerebbe convincere poco,
visti gli innegabili buchi nella trama. Il dramma dei due ragazzi,
vittime di isolamento dalla società, sembra far brillare talvolta la
sceneggiatura, pur riservando troppo spazio al mondo virtuale.
Idea
comunque buona, fatta con spirito di cambiamento, soavemente
brillante nell'apporto di scenografie fatte dei parallelismi di
gioco, da cui il protagonista sembra non volersi staccare,
presumibilmente per la paura a relazionarsi. Lo stesso linguaggio dei
personaggi, talvolta, risulta troppo legato al mondo interattivo di
cui, forse, sarebbe preferibile promuovere un tenue allontanamento.
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