LA SCUOLA PIÚ BELLA DEL MONDO ............................... confusione e scompiglio generati dall'equivoco
Uscito in sala il 13
Novembre 2014, il nuovo film di Luca Miniero è costituito da una narrazione a
più voci nel tessuto della commedia. Lo sceneggiatore e regista napoletano si
avvale, come nel precedente lungometraggio Un
boss in Salotto, di alcuni interpreti autorevoli della commedia all’italiana,
tra cui il lucano Rocco Papaleo nel ruolo del professor Gerardo Gergale ed
Angela Finocchiaro nelle vesti della professoressa Pacini, accanto alla giovane attrice siciliana Miryam Leone. I due insegnanti saranno
coinvolti nello scambio culturale con la scuola media di Val d’Orcia in Toscana,
di cui è preside Filippo Borgi, interpretato da Christian De Sica.
A costituire
principalmente il tessuto della commedia è l’interazione tra i due
protagonisti, De Sica e Papaleo, nuova coppia cinematografica. Partendo da un
equivoco, la storia si sviluppa lungo il versante della condivisione del
programma tra le due scuole, trama finalizzata a conquistare la vittoria alla
Festa dei Giovani, ambizione principale del severo preside toscano, il quale si
mostrerà emotivamente coinvolto con la professoressa campana, sua vecchia conoscenza. Molto attento alla caratterizzazione del Sud, Luca Miniero
dirige il cast scandendo la periodicità dell’azione e accentuandone la
scenografia, fatta prevalentemente da una fotografia naturale e ambientazioni
rustiche della location senese. La confusione e lo scompiglio creati dall’equivoco
iniziale vanno a supportare ancor di più la commedia generata dall’incontro tra
i personaggi centrali, un distinto preside e un professore alquanto eccentrico
e non curante degli avvenimenti. Varie anche le discussioni e critiche intorno al
film, nonostante le intenzioni non siano affatto documentaristiche ma esclusivamente
comiche e caricaturali.
Facendo della
caricatura la sua arma più prorompente, il prodotto sembra prender sviluppo
dalla molteplicità di voci, in relazione e talvolta in conflitto, tra cui anche
quella di Lello Arena, interprete del preside di Acerra, costretto a lavorare
in condizioni estreme tanto da lanciare un appello correttivo. Una storia
surreale ed amplificata dall’uso di consuetudini popolari, talvolta
stereotipate, a sottolineare l’attenzione che il regista dà alla tematica meridionale, come anche nel suo Benvenuti al Sud, rendendo esilaranti situazioni marcatamente convenzionali dell’istruzione
scolastica.
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