FREDDIE MERCURY ........................................................ la leggenda della musica rock
Il mito immortale |
Nell’intento di
omaggiare l’artista in occasione del 23° anniversario della sua scomparsa,
avvenuta il 24 Novembre 1991, verranno analizzate alcune delle fasi principali della
sua vita, tra cui quelle che ne hanno permesso l’ingresso nella storia della
musica mondiale come la voce più grintosa
di sempre.
Forte presenza scenica |
Nato a Zanzibar il 5
settembre 1946, Farrokh Bulsara è stato un musicista, cantautore e compositore
britannico, fondatore nel 1970 dello storico gruppo rock dei Queen, band di cui
fu indiscusso leader fino alla morte. A contraddistinguerlo il suo talento
vocale, sua caratteristica maggiormente in luce, accanto alla sua forte vena
interpretativa sul palco, la sua personalità talvolta eccentrica di sovrano del
rock, come dimostrato dai suoi travestimenti. Autore dei brani di maggior
successo della band britannica, tra cui We
are the champions, Bohemian Rhapsody
e Play the game, lo stesso Mercury fu
protagonista di una carriera da solista parallela all’attività con i Queen,
aggiudicandosi una posizione di rilievo tra gli artisti più influenti della
storia del rock, classificandosi al primo posto tra le voci rock nella
classifica stilata nel 2009 dal magazine Classic Rock. Diverse furono le
esperienze prima di giungere alla svolta clou della sua carriera, i 21 anni dei Queen, tra cui l’appartenenza
ai The Hectics ai tempi della
scuola. Un musicista raffinato il cui talento è stato coltivato attraverso
studi e nozioni accademiche, unitosi prima agli Ibex di Liverpool e successivamente agli Smile di Tom Staffel, fino ad arrivare alla formazione del gruppo
dei Queen insieme a Brian May e
Roger Taylor, rispettivamente chitarrista e batterista. Completata da John
Deacon nel 1971, la band sovrana del rock iniziò da subito a collezionare
successi e a distinguersi nei momenti live, in cui la capacità vocalica di
Freddie fa da padrona all’intero show in atto, uno spettacolo distinto e reale
in tutti i sensi, in cui i momenti di maggior intensità tematica si alternano a
quelli carichi a livello strumentale e vocale.
Ad un anno dalla
scomparsa del musicista britannico, indiscusso artefice del progetto musicale
della band regina, il Wembley Stadium di Londra ha ospitato un concerto di
beneficenza a suo tributo, il Freddie Mercury tribute concert, una sorta
di memorial tenutosi nella capitale britannica il 20 aprile del 1992, lunedì
dell’Angelo. Senza alcun dubbio si trattò di uno degli eventi musicali più
importanti del Mondo, trasmesso in mondovisione per un totale di circa un
miliardo di telespettatori. Annunciato da May e Taylor a febbraio del 1992
durante la cerimonia Brit Awards, il concerto fu l’ultimo del bassista John
Deacon con la band, fatta eccezione per un’apparizione al Bejar Ballet nel
1997. Numerosi gli artisti esibitisi sul palco, tutti insieme nel contesto
dello straordinario evento per omaggiare e celebrare grandezza e memoria del
rimpianto front – man e la sua eclettica personalità. Tra le band esibitesi
prima dell’ingresso dei Queen sul palco i Metallica
e i Guns n’ Roses, accanto a quella
hard rock degli Extreme, esibitasi
anche in un vero e proprio medley costruito con i brani dei Queen, ad
identificare ancor più il tono celebrativo della serata. Tra gli artisti che
hanno padroneggiato il palco accanto alla band originale dei Queen, invece,
Paul Young, distintosi per la performance e la personalità nel tenere il ritmo
del palco nello scatenato brano Radio Ga
Ga, George Michael e Liza Minnelli, accanto ad un talento della penisola
italiana, Zucchero, esibitosi nel pezzo The
words of love, brano di Brian May tratto dal disco Hot Space del
1982. Tra gli altri talenti ospitati nel corso dello spettacolare evento londinese
anche Elton John e David Bowie, esibitosi al fianco di Annie Lenox con
l’accompagnamento dei Queen nel brano Under
Pressure, pezzo nato proprio usufruendo della collaborazione di Bowie, il
quale lo eseguì per la prima volta proprio nel corso del Freddie Mercury
tribute concert, mentre i Queen lo avevano inserito già in scaletta, nonché in
uno degli album della discografia. Non sono mancate le esecuzioni dei brani al piano, tra cui Too
much love will kill you di Brian May, eseguito dallo stesso May e Spike
Edney.
Tra gli altri brani eseguiti le immancabili Bohemian Rhapsody e We will
rock you, riproposte rispettivamente dai Queen con Elton John e Axl Rose,
fino ad arrivare a We are the champions,
ad implementare ancora l’omaggio dell’intera rassegna musicale, in cui,
passando da toni decisi e corposi ad esecuzioni più caute e leggere, musicisti
e pubblico presente sembrano uniti nel testimoniare il messaggio celebrativo in
onore dell’interpretazione più potente e
vigorosa della storia della musica.
Commenti
Posta un commento