FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA ..... il Red Carpet si riempie di star


Numerose le personalità autorevoli a calcare il tappeto rosso del festival capitolino, come i membri del gruppo britannico degli Spandau Ballet, band pop degli anni ’80 intervenuta in occasione della presentazione del docu – film musicale in concorso Soul Boys of the Western World di George Hencken, in cui la testimonianza degli stessi musicisti sembra possa limitare lo spazio riservato alla musica e allo spettacolo, ciò probabilmente a causa di una pregressa impostazione cinematografica. Omaggio alla storia che racconta anche il panorama personale, politico e culturale che fa da sfondo alla storia della band, indagando, talvolta, sui retroscena. Tra gli altri protagonisti della passerella diverse stelle del cinema americano come Richard Gere, intervenuto alla kermesse per presentare il suo ultimo lavoro attoriale.

Spandau Ballet








Si tratta del film Time out of mind di Oren Moverman, un prodotto che presenta il protagonista sotto un’inedita veste, quella dell’uomo alla deriva per le strade di New York City, rivestita da Gere, probabilmente, nell’intento di dar voce agli emarginati della società e per mettersi alla prova nelle vesti del senzatetto disperato, ruolo a lui poco consono. Lo ricordiamo, infatti, nei panni del miliardario affarista Edward Lewis in Pretty Woman del 1990, in cui ricopre il ruolo del sex symbol e incarna il desiderio della donna tipo, interpretata nel caso specifico da Julia Roberts. Caratterizzato da un montaggio ed una fotografia esplicativi, arricchiti dalle inquadrature panoramiche, il lungometraggio presentato per la sezione Cinema d’Oggi rispecchia le caratteristiche di un film sofferto ed intenso, di tipo poco commerciale, in cui il personaggio centrale sembra percorrere la difficile strada del riavvicinamento alla figlia dopo esser entrato in contatto con gli ospiti del centro d’accoglienza a Manhattan, dedicando la sua vita alla speranza di riconquistare tale rapporto.













Altro appuntamento con il grande cinema quello della serata del 20 ottobre, in cui si è potuto assistere alla proiezione del film Jia Zhangke, un gars de Fenyang di Walter Salles, protagonista di un dialogo pubblico con il suo protagonista, Jia, già Leone d’Oro a Venezia. Una carriera esemplare quella del cineasta brasiliano, a cui è stato assegnato il Marc’Aurelio alla Carriera in occasione della partecipazione al festival romano. Un vero e proprio figlio del cinema, regista, sceneggiatore e produttore che decide di giocare sul rapporto tra documento e fiction nel film suddetto, fondendo documentario e cinema autobiografico, inserendovi, appunto, la variante storico – sociale.

Walter Salles
-Marc'Aurelio alla Carriera-

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