LA BELLA E LA BESTIA ................................................... il remake cinematografico di un classico dell'animazione
Direttamente dalla
letteratura mondiale, sul grande schermo la fiaba Disney dell’amore
incondizionato in un film di Christophe Gans, uscito in sala il 27 febbraio
scorso ed interpretato da un cast di stelle, tra cui Léa Seydoux e Vincent
Cassel nel ruolo dei protagonisti, caratteri centrali del prodotto francese
della settima arte, in cui ricerca e scoperta dell’amore convivono ed
interagiscono tra loro.
Si tratta
dell’adattamento cinematografico del famoso La
bella e la bestia, cartone animato del 1991 firmato Walt Disney e centrato
sulla permanenza di Belle, interpretata dall’attrice francese, all’interno del
castello del principe trasformato in bestia da un incantesimo anni prima. Nulla
sembra poter colmare il vuoto che l’essere apparentemente malvagio ha costruito
attorno a sé, circondandosi per lo più di oggetti e ricchezza, mancanza a cui
porrà rimedio, però, l’arrivo dell’ingenua ragazza di paese, ultima di sei
figli sacrificatasi per salvare l’anziano padre, colpevole di aver estirpato
dal giardino reale una rosa destinata a lei. Partendo dallo sconforto iniziale,
la giovane entrerà a contatto con la parte interiore dell’uomo nascosto nella
bestia e riuscirà a spezzare l’incantesimo attraverso l’amore, concetto centrale
nell’intero prodotto. Tra i temi che arricchiscono la sceneggiatura, talvolta
differente dalla storia disneyana, anche quello del sogno, in cui la ragazza
riesce ad interagire maggiormente con il passato della Bestia, come fosse una
narrazione complementare correlata ai fatti e inserita nel corso della
narrazione sotto forma di flashback esplicativi. Si assiste ad una maturazione
del sentimento da parte di Belle nei confronti dell’uomo nascosto sotto il
mantello della bestia, dando al futuro, quindi, un sapore di salvezza, a
riconfermare il tema disneyano della redenzione nell’amore. Ad arricchire il
contorno del film la cura delle scenografie fatte di nebbia e colori, a
stimolare maggiormente l’emozione, inserendo i fatti nel contesto del 1810.
il trionfo dell'amore |
Degna di nota anche la
descrizione paesaggistica della foresta e degli altri luoghi, accanto ad una
cura notevole del montaggio, come nella scena del capovolgimento
dell’inquadratura, a confermare un degno omaggio al capolavoro originale,
nonostante vi siano sostanziali differenze e accorgimenti voluti ma
probabilmente non indispensabili, come nell’accavallamento di luci e ombre.
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