Uno strabiliante esordio
quello che il giovane regista Sydney Sibilia fa nel campo cinematografico dei
lungometraggi, un film divertente in sala dal 6 febbraio, in cui si affronta lo stato attuale del nostro
Paese con una spiccata dose di ironia, prodotto dalla Fandango di Domenico
Procacci.
La necessità |
Tema della narrazione è
la storia di un gruppo di ricercatori universitari che, dopo aver perso i
finanziamenti ed essere stati allontanati dall’insegnamento, decide di
rimboccarsi le maniche e lavorare in proprio, nel ruolo di improbabili spacciatori
organizzati di successo. A caratterizzare lo svolgimento delle azioni in modo
brillante, un cast particolareggiato che sembra funzionare alla perfezione,
composto da Edoardo Leo, Pietro Sermonti, Paolo Calabresi, Stefano Fresi,
Libero De Rienzo e Valerio Aprea, menti eccelse ridotte alla meno peggio dalla
crisi. Il bagaglio culturale e le competenze scientifiche permette loro,
infatti, di sintetizzare una nuova droga dagli effetti sorprendenti,
riscuotendo successo sul mercato a discapito del Murena, interpretato da Neri
Marcorè. Uniti dall’obiettivo comune di avere una vita migliore, questi uomini
danno peculiare rivestimento al sogno della libertà economica, costruendovi un intreccio
comico attorno. La comicità è data, appunto, dal comportamento inizialmente
goffo del gruppo di laureati e dal loro comportamento insospettabile di compiere
simili gesta ed aver costruito un business attorno all’attività illecita.
Il business |
In ultima analisi,
rivelandosi come modo simpatico di affrontare un tema attuale, il film può
essere considerato un ottimo prodotto della settima arte, visto anche il
montaggio accattivante e la regia minuziosa, accanto all’interpretazione sublime
di un cast brillante, colto sia nel dramma iniziale che nella commedia di fondo, entrambi momenti costruiti con attenzione, come nelle scene dal tono maggiormente serioso interpretate da Valeria Solarino, nel ruolo chiave della risoluzione dell'intreccio.
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