LA PILLOLA ROSSA ................................. trasposizione in chiave moderna di un classico del teatro
Ancora in scena fino a
domenica 26 Gennaio, lo spettacolo presentato da Arte 2.0 risulta essere un
lieto modo di trascorrere la serata tra tradizione e modernità. Sul palcoscenico
del teatro Trastevere, si può assistere all’interpretazione dello spettacolo La pillola rossa, frutto
dell’adattamento de La Mandragola di
Machiavelli ad opera di Daniele Vessella. Diretta da Luca Pennacchioni,
presidente dell’organizzazione promotrice, la trasposizione in chiave moderna
del classico risulta essere un lieto mix tra teatro e musica, tra
interpretazione e canto, quello dell’artista Valentina Ciaffaglione, la quale
addolcisce le pause sceniche usufruendo del tono particolareggiato della sua
voce.
Valentina Ciaffaglione (autrice delle musiche) e le donne dello spettacolo |
Location principale
della rappresentazione è quella costituita dal chiosco di Lele, il quale
diventa mattatore della scena stimolandone l’andamento narrativo, accattivato
dalle variazioni linguistiche dialettali che passano dal romanesco al
napoletano. Interpretato da Claudio Boschi, il barista funge quasi da
intermediario tra i personaggi e le rispettive azioni, dapprima confortando
Lapo che, interpretato da Luca Pennacchioni, vive un conflitto interiore tra
l’esilio provocatogli dall’evasione fiscale dei genitori e la sua segreta
passione per la bella Lucrezia, interpretata da Jessica Dobici. La donna sembra
inarrivabile a causa della sua segregazione in casa da parte della madre e del
marito, interpretato, quest'ultimo, da Alberto Mosca, il
signor Giurato. A rendere il prodotto teatrale significativo la sublime
interpretazione da parte del regista, in luce anche nelle movenze per la
tecnica della commedia dell’arte a cui fa riferimento, la valenza degli altri
personaggi in scena, distintisi per particolarità dialettiche e attoriali,
caratteristiche condite di entusiasmo dalle musiche della Ciaffaglione, a caratterizzare
ancor più la commedia di tono scoppiettante, ritmo veloce, tra originalità e
tradizione del bel Paese. Punto di forza dello spettacolo è, indubbiamente, il
meccanismo costruito tra sketch di tipo comico e toni più solerti dei momenti
paralleli relativi al contesto, quelli in cui ognuno, distaccandosi dalla scena
per esplicare gli avvenimenti, riepiloga lo svolgimento dei fatti, rendendo il
prodotto in oggetto uno spettacolo a più voci, il cui epilogo sembra prender
forma dall’uso di una pillola dal potere alquanto surreale, come tutto il set, in
cui spunta talvolta anche Fra Verzè, interpretato da Paolo Cives.
Il regista e la pillola rossa |
Fra Verzè |
Portando il pubblico ad
una risoluzione sorprendente, lo spettacolo in scena nella zona trasteverina
della capitale risulta essere un omaggio al teatro classico, in cui convivono
rispetto artistico nella riproposizione e originalità nella trascrizione
modernizzata del testo, il tutto reso possibile dalla collaborazione tra uno
sceneggiatore – scrittore ed un attore – regista e dal loro lavoro coadiuvato
nel progetto di Arte 2.0.
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