Si
è da poco concluso il weekend di apertura dell’ottava edizione del Festival
Internazionale del Film di Roma tra tanta emozione ed entusiasmo, garantite
dall’amore per la settima arte con cui il direttore artistico Marco Muller e il
suo staff hanno condotto l’introduzione al festival cinematografico della
capitale. Appuntamenti emozionanti ed incontri illustri presso l’Auditorium –
Parco della Musica di Renzo Piano, allestito ad hoc per l’occasione, dove si
sono avvicendati tanti protagonisti per le proiezioni e lungo la passerella del
tappeto rosso, il Red Carpet, lungo il quale giovani e meno giovani hanno
atteso i propri idoli, mostrando una sete arguta di cultura e visione.
Molti
i film italiani messi in rassegna, tra cui l’ultimo di Giovanni Veronesi per la
sezione fuori concorso, intitolato L’ultima
ruota del carro, un film commovente e con tratti introspettivi, valorizzato
anche dalla brillante interpretazione degli attori. Si tratta della storia a
ritroso di Ernesto, alias Elio Germano, stimolato a ricordare la storia della
sua vita in seguito al ritrovamento di un pallone all’interno di una discarica,
un flashback che occupa l’intero corso del film. A causa dei troppi problemi
gravanti sulle sue spalle, il protagonista arriverà a vivere uno stato di
disorientamento, superato grazie al sostegno della moglie Angela (Alessandra
Mastronardi) e all’aiuto del cognato Giacinto (Ricky Memphis). Un film che dà
alla riflessione uno spazio dominante, essendo un’immagine dello stato attuale
di crisi, in cui il bisogno di beni economici porta spesso a perdere la
salvaguardia di sé stessi. Uno degli elementi maggiormente rilevanti del film è
quello del rapporto costruitosi tra il protagonista e il noto Maestro dell’arte
del 900 presso il quale Ernesto prestava servizio, interpretato da un caparbio
Alessandro Haber, attento ad interpretare e ad immergersi nella figura del
rivoluzionario pittore, una dimestichezza che si nota anche nel carattere
secondario interpretato da Sergio Rubini, inserito per supportare il soggetto
cinematografico. Prodotto da Domenico Procacci, il film è tratto dalla storia
vera dell’autista Ernesto Fioretti, di cui Veronesi ha voluto dare una
testimonianza cinematografica, prendendone tutto il contorno storico, tra
l’uccisione di Aldo Moro, l’arresto di Bettino Craxi, l’ascesa politica di
Silvio Berlusconi e la malasanità italiana, un surplus che, in un paio d’ore racconta oltre quarant’anni
di storia.
Primo
dei film in concorso proiettato durante la serata dell’8 novembre è I am not him, un film del regista
nipponico Tayfun Pirselimoglu che analizza lo sdoppiamento del protagonista,
preso nelle situazioni lavorative e nel rapporto equivoco con la compagna. Il
giorno seguente, invece, è dedicato anche alla proiezione di due documentari
realizzati in onore di due grandi personalità del nostro cinema, Giuliano Gemma
e Federico Fellini. Presentato dalle figlie Giuliana e Vera Gemma, il docu –
film Giuliano Gemma, un italiano nel
mondo, girato mentre era ancora in vita, ripercorre le fasi principali
della carriera dell’artista recentemente scomparso, mettendo in rassegna
immagini del suo periodo americano, durante il quale ha lavorato con Kirk
Douglas e quello giapponese, considerato il suo trionfo. Il prodotto mette in
luce la vena atletica dello sportivo Giuliano Gemma, fondamentale per i suoi
esordi da comparsa e stuntman, accanto alle testimonianze e al ricordo degli
amici e delle persone a lui più vicine, tra cui Monica Bellucci, Moira Orfei e
Bud Spencer che lo ricorda come un
acrobata e trapezista prestato al cinema (cit.). Avendo lavorato con
registi del calibro di Fellini, Sergio Leone e Monicelli, il film ripropone il
periodo iniziale e le interpretazioni iniziali dell’artista, a partire dal
primissimo Ben – Hur, premiato con
ben 11 oscar, a Il Gattopardo, fondamentali
per la sua carriera e maturazione, passando per la lunga sfilza di personaggi e
ruoli occupati nel genere western. Accostamento di clip dei film con immagini
della vita familiare del personaggio, come amano definirlo tutti, attraverso un
montaggio lineare e semplice, unendo immagini in scala di grigi o bianco e nero
con clip a colori, rendendo la fotografia finale interessante.
Federico Fellini |
Prima
mondiale per il documentario Federico
degli Spiriti – l’ultimo Fellini, realizzato da Antonello Sarno e dedicato
al maestro Federico Fellini, presentato per la sezione Prospettive Italia (PIT) in sala Petrassi dal regista e alcuni dei
protagonisti di cui sono state raccolte le testimonianze, tra cui Sandra Milo.
Il breve docu – film vuole essere un atto di amore nei confronti di Fellini e
della città di Roma, in cui il latitante
(cit. Federico Fellini) ha vissuto il periodo più florido della sua
professione, dopo essersi allontanato da Rimini insieme alla madre, come hanno
ricordato i romagnoli Stefano Bisulli e Roberto Naccari nel documentario L’altro Fellini, presentato nella serata
di domenica 10 novembre in prima mondiale. Il film analizza la personalità e il
carattere di Roberto Fellini, fratello meno conosciuto di Federico, di cui
lungo il corso della narrazione ne vengono messe in luce le difficoltà
lavorative, dovute ai pochi ingaggi da attore, accanto alle ambizioni dello
stesso. L’indagine procede, mettendo in rassegna clip video in scala di grigi e
a colori, rapportando costantemente i due fratelli, dapprima documentandone le
collaborazioni e dopo raccontandone le tensioni, dovute principalmente
all’utilizzo da parte di Roberto del cognome Fellini nello storyboard relativo
al suo primo lavoro da regista, accolto negativamente dalla critica di Venezia
e successivamente in sala, forse per l’inesperienza dietro la macchina da
presa.
Diversi
gli incontri con i professionisti di
questo primo fine settimana, tra cui quello con il maestro americano John Hurt
e la conferenza nazionale del cinema, appuntamenti tesi a dare alla nostra
nazione un livello di rilievo in ottica internazionale, come dimostrato anche
dall’arrivo delle star da Hollywood e dalla Spagna durante la serata di
domenica 10 novembre, durante cui hanno sfilato sul Red
Carpet il cineasta spagnolo Alex de la Iglesia, l’americano Jonhatan Demme e l’attesissima
Scarlett Johannson, accolta da numerosissimi fans presenti lungo il tappeto
rosso e all’interno dell’Auditorium, presso cui proseguiranno fino a domenica
17 gli incontri con i grandi professionisti e le proiezioni per le sezioni
inerenti al contenuto multiculturale in oggetto.
Scarlett Johansson superdiva a Roma |
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