TOMMY ................................................ commozione e riflessione in un emozionante viaggio nell'interiorità
Dopo il grande successo
ottenuto nelle precedenti stagioni teatrali, viene riproposto fino al 10 novembre, lì
dove è partito nel 2010, presso il Piccolo Teatro Campo d'Arte di
Roma, lo spettacolo Tommy di
Giuseppe Manfridi, messa in scena dalla duplice valenza
interpretata da Giuseppe Russo e diretta da Andrea Bellocchio, con
cui il protagonista vuole salutare il suo pubblico prima
dell'imminente trasferimento in America.
Si tratta di un prodotto
scenico che fa sperare e riflettere, in quanto narra la storia del
giovane Tommy e del suo disagio interiore vissuto sin dagli anni
adolescenziali. Tommy si trova nel suo luogo prediletto, dove si
sottopone ad una sorta di analisi chiarificatrice, durante la quale
svela i segreti del suo passato, richiamandoli nel ricordo e
parlandone con un personaggio onnisciente, dando quindi l'impressione
che si trovi davanti ad uno specchio e venga interrogato dalla sua
coscienza in una sorta di autoanalisi. Ad essere passati in rassegna
gli avvenimenti e le conoscenze della sua infanzia, tra le quali la
bella Luisa, soggetta alle attenzioni del padre, di cui Tommy non
parla mai se non nel ripercorrerne lo stato di malattia. Il tema del
disagio diventa una sorta di distacco da tutto, una sostanziale
inadeguatezza sottolineata maggiormente dalla location dello
sgabuzzino, quel nascondiglio che permetteva a Tommy di essere
tutelato e nascondersi dai genitori, ad intendere un mezzo di difesa
dal mondo esterno, di cui ci viene data l'immagine alla base di tutta
la scena, quella di uno starnuto ripetuto ogni sei secondi, a segnare
un limite, uno scoglio da non oltrepassare. Talvolta, nel rievocare
gli intercorsi giovanili, a sopraffare il ricordo è una densa
emozione, suscitata dalle parole del protagonista e dai suoi sguardi,
caratterizzati da un'intensità disarmante nella mimica del volto, a
lasciar trasparire ancor più il legame dissacrante tra realtà e
distacco da essa, sottolineato dal luogo dello svolgimento delle
azioni, in cui a regnare è il buio, immagine del nulla.
Forte di un semplice allestimento scenico, quello riproposto al teatro di Campo de' Fiori risulta essere uno spettacolo davvero emozionante che commuove i presenti e non desta di sorprendere ancora per la riflessione che giunge alla fine, quella sulla vita accanto ad una sua essenza ed individualità umana.
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