Surplus di effetti
speciali nel recentissimo film della Universal Pictures, diretto da Louis
Leterrier, un thriller che colpisce l’immaginario degli spettatori e regala 115
minuti circa di spettacolo intenso. Affrontando indirettamente il mondo del
capitalismo, il film, uscito l’11 Luglio, sembra voglia dare il risvolto
scenografico alla rivincita dell’umanità, fondendo crimine e prestigio, gioco e
sogno, realtà e suggestione.
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I quattro cavalieri |
Alla base della
narrazione del film la storia di quattro maghi di città, Daniel Atlas (Jesse
Eisenberg), Henley Reeves (Isla Fisher), Merritt McKinney (Woody Harrelson) e
Jack Wilder, chiamati ad unirsi e a lavorare insieme per perseguire l’obiettivo
di diventare i maghi più famosi del mondo.
Così, dopo l’allestimento di uno spettacolo a Las Vegas, durante cui rapinano
una banca francese dividendo il bottino con il pubblico, i quattro assumono il
carattere dei maghi del crimine,
sulle cui tracce si mettono Dylan Hobbs (Mark Ruffalo) dell’FBI e Alma Dray (Mèlanie Laurent)
dell’Interpool, intenti a scovare il loro trucco. Interpretato dal premio oscar
Morgan Freeman, Thaddeus Bradley, è un’ex mago affermatosi per aver smascherato
i trucchi dei suoi più prestigiosi colleghi, antagonista delle vicende trattate.
L’obiettivo dei quattro è quello di accedere al misterioso occhio,
riservato ai più talentuosi maghi del pianeta, scopo che verrà raggiunto dopo
aver pareggiato i conti con la giustizia nel numero finale. Sarebbe meglio
lasciare alcune cose senza spiegazioni logiche perché più grandi di noi
(cit. Alma Dray), cosi come la magia, rivelatasi nient’altro che un insieme di
regole dalle basi scientifiche da seguire per riuscire a sorprendere, una sorta
di inganno mirato che nasce proprio dalla sorpresa e dallo stupore.
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Effetti luminosi |
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Dylan Hobbs e il suo personaggio |
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Morgan Freeman e la carta lampo |
Il mix di luci e di
scenografie ricche di effetti speciali realizzati al computer lasciano trasparire la
tematica fantastica di fondo, dileguando la struttura narrativa tra i
grattacieli delle città di Las Vegas, New Orleans e New York. Ricordando un po’
la storia di Robin Hood, furfante che ruba ai ricchi per dare ai poveri, l’intero
film gioca sulla speranza della gente di credere in qualcosa, essendo la magia
proprio stimolata dal bisogno di configurarsi nei sogni, qui vissuti e
interpretati da un cast stellare e fresco che, usufruendo del prestigio, riesce
a trasformare l’illusione in magia e la magia in realtà, seppur sia essa
raggiunta con gesta criminali, divertendo e affascinando lo spettatore.
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Scenografie accattivanti |
Al
montaggio esemplare e alle inquadrature ad hoc si affianca una trama
coinvolgente, caratteristiche tese a portare lo spettatore altrove,
allontanandolo dal trucco perché più
vicino sarà e in realtà meno vedrà (cit. Daniel Atlas) ……. La vera magia sta nella capacità di quattro
bravi artisti nel lavorare insieme e perseguire un obiettivo comune (cit.
Dylan Hobbs), rivelata proprio nel finale, una conclusione che lascia di stucco
e che viaggia nella storia della magia, resa maggiormente accattivante con il
sottofondo passionale e amoroso.
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