Lo spettacolo teatrale Ella’s
Secret, messo in scena al Teatro Millelire di Roma fino al 10 febbraio, si
inserisce nell’ambito delle tante celebrazioni della giornata della memoria. La
rappresentazione, dopo essere stata proposta negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, porta anche
in Italia la riflessione sulla triste pagina storica dell’olocausto degli
ebrei. Tratta un confronto tra due donne, una austriaca, fedele al furer e
l’altra ebrea, scappata in giovane età dalla Germania all’Inghilterra.
Ambientato nella Londra
anni ‘80, lo spettacolo Ella’s Secret di Harris Freedman, regista teatrale ed
autore cinematografico, porta in scena, attraverso una minuziosa
interpretazione di Lydia Biondi e Maria Antonietta Farinelli, le angosce del
periodo nazista, rivissute attraverso il ricordo di Ella ed Helga, le quali
condividono un legame che sembra dividerle, quello con Eric, marito di Helga.
Sembra infatti che Ella, appartenente alla stirpe ebraica, sia stata aiutata a
scappare dalla Germania in Inghilterra, grazie a dei documenti falsi
procuratigli dal generale delle SS, giunto alla pazzia dopo essere uscito dalla
prigione. Un certo malessere si può cogliere nello sguardo e nella persona
della donna, triste per non aver neanche potuto salutare i suoi cari prima che
morissero.
Procedendo per la ricostruzione
del vissuto di Ella, attraverso la curiosità della donna austriaca e grazie ad
alcune fotografie dell’album di famiglia, passando in un misto di gioie e
dolori, tra cui anche il concepimento di un figlio, Richard, orfano di padre,
almeno all’apparenza. Sarà proprio questo il clou della messa in scena
toccante, il segreto che Ella nasconde, amplificato da musiche
classico-storicheggianti, tra cui un’aria dell’Aida di Verdi, il canto dei
Monaci e un canto ebraico dal titolo Nigun
e da variazioni di illuminazioni, più basse nei momenti in cui il ricordo
afferra l’animo dell’attrice protagonista, inducendola alla riflessione. Due
realtà a confronto, in un dialogo inquisitorio tra due donne, una sotto accusa e
l’altra che tende ad indagare con prepotenza per cercare una verità
dall’analisi storica e con un’indagine dolorosa sul passato della donna tedesca
fuggita dalla Germania.
Dallo spettacolo, è
stato possibile cogliere, oltre alla storia e al ricordo delle vittime delle
violenze naziste, anche un forte concetto di amore, esplicato dal doloroso
abbandono della famiglia da parte di Ella e dalla ricerca di Helga di risolvere
il malessere del marito, entrambe protagoniste di battibecchi arguti di
accusa-difesa, a delineare un ritmo veloce ed esasperato in contrapposizione ad
uno toccante e più lento.
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