Dopo
una mattinata frenetica, incentrata sulla preparazione del setting e
dei servizi annessi da parte dei responsabili della So.Ha e dei
numerosi volontari, l’atmosfera suggestiva del parco dell’ex
caserma di Cocco prende la conformazione di luogo di relax e di
espressione giovanile libera e incondizionata. Oltre al palco,
vengono allestiti numerosi gazebo, tra cui quello dedicato ai
dibattiti aperti tra sindacato e spettatori, curato in prima persona
da Roberto. Altro spazio rilevante è quello del video - box, in cui,
oltre ad intervistare gli artisti, Matteo e i membri addetti danno la
possibilità ai partecipanti di rilasciare un commento video sui
concerti e sull’organizzazione dell’evento. Lo spazio dedicato
agli aperitivi e all’Happy Hour è gestito da Mania, la quale
coinvolge il pubblico con video proiettati sullo schermo gigante e
con accompagnamento musicale costante, mentre quello dedicato al
“food and beverage” è gestito da Lorenzo e Cristina e volontari
annessi. Vi è anche uno stand dedicato alla So.Ha, associazione da
sempre coinvolta e attenta alle politiche giovanili in atto, dove è
possibile aderire all’associazione stessa e prendere visione delle
tematiche che tratta, illustrate da Emilia e Federica.
Alle ore 19,
00 circa prende il via il dibattito sulle problematiche del lavoro
giovanile e sulla attuale precarietà dei contesti lavorativi. Ad
esporre la propria idea sulla crisi e su come risolverla Mariapia
Pizzolante, portavoce della rete TILT,
Salvatore Marra di Giovani
non più disposti a tutto,
campagna di comunicazione della CGIL, Alessandro Addari, direttore
della rivista QualeImpresa
e
Raffaele Mauro de Lo
spazio della politica.
Il
confronto tra gli esponenti e il pubblico presente è moderato dalla
giornalista Roberta Mancinelli, la quale guida nel dibattito i
partecipanti che arrivano alla conclusione di una necessaria
iniziativa dei giovani al fine della risoluzione dei problemi ma,
dopo aver riacquistato piena fiducia nelle istituzioni perché
“da soli non si va da nessuna parte”.
Verso le ore 22,00 la coordinatrice della So. Ha, Giulia Mistichelli
e Ilaria Sferrella aprono il palcoscenico alle esibizioni dei
musicisti della serata, a cominciare dalla band dei Nectarines,
composta da quattro membri, provenienti da Vasto, i quali, impostando
un sound prorompente e deciso nei brani originali in lingua inglese,
attraversano un viaggio musicale nel rock, anche riproponendo
classici della musica, tra cui quelli dei Beatles e di Paul
McCartney. Si nota un bilanciato assetto ritmico della band,
sottolineato anche dalle singolari percussioni di Christian Piccoli.
Notevole la duttilità e l'ecletticità degli altri musicisti, quali
Angelo Malak Ciavatta, bassista e voce del gruppo, il chitarrista
Saverio Tarantini e Fabio Tunini, chitarra e seconda voce. Il loro
album dovrebbe uscire il 22 luglio e sarà un passaggio discografico
fatto di originalità, aggressività, riflessione, tutte
caratteristiche che notiamo nell’esibizione e nella versatilità di
questi bravi musicisti. Il gruppo seguente è quello fondato da
Giuliano Clerico, il quale vede la musica come una
salvezza
e si occupa anche della stesura dei testi dei brani. La scaletta
proposta è una rivisitazione di vari generi, che vanno dal rock al
blues, tutti interpretati in brani originali. Giuliano, artefice del
progetto della band, dichiara di essere stato portato alla musica da
una sua ricerca di evasione e dalla volontà di esprimere le emozioni
che vive. Stimolato dall’ascolto di vari classici, è riuscito nel
corso del tempo a costituire la sua idea di musica, fatta di
molteplicità di apporti e riscontrata anche durante la serata, in
cui si nota un notevole impegno dei quattro musicisti, improntati
verso una delicata e continua ricerca di trasmissione emozionale al
pubblico. La qualità principale della band è la rivisitazione dei
generi e la proposizione dei pezzi in modo maturo e cosciente,
essendo tutti adulti, quindi meno spensierati rispetto ai musicisti
in
erba.
A
concludere la serata un dj – set de Imangiadischi, i quali regalano
al pubblico l'emozione e il coinvolgimento finali della prima
giornata del Festival, offrendo una motivazione in più a seguire le
altre due date dell'evento.
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