alla batteria Alessandro Cavallaro in fase di start-up |
Fabio Gabbianelli e gli inizi con il basso |
Una nuova concezione
musicale nella personalità di Alessandro Cavallaro andava costituendosi nel
2005, anno in cui lo stesso decise di cimentarsi nel funk, stile musicale che
ancora non aveva sperimentato. Da subito tenta di coinvolgere nel nuovo
progetto il suo amico Fabio Gabbianelli, conosciuto all’età di 15 anni. Dalla
voglia di giocare con la musica, in modo consapevole, nasce il nuovo ideale del
voler fare qualcosa, del volersi riscattare e del volersi lasciar andare. Dopo
aver coinvolto Fabio, entrambi mossi dalla voglia di scrivere pezzi propri, intraprendono
un percorso tanto insidioso quanto soddisfacente.
Nato a Roma l’11 Agosto
1986, Fabio, il quale da sempre spaziava tra molteplici orizzonti musicali, a
partire dagli Iron Maiden, scoprì la sua passione per il basso all’età di 10
anni, dopo averne ascoltato la melodia e averlo provato grazie a un amico del
fratello Matteo, batterista. Dall’età di 12 anni, intraprese gli studi nella
scuola di musica della durata di 2 anni, per poi continuare in veste di “autodidatta”,
fino ad arrivare a collaborare per 6 anni con il gruppo cover di Steve Wonder.
Dall’età di 20 anni è entrato in conservatorio per approfondire la sua cultura
musicale e farne una professione, quella del musicista, purtroppo ostacolata e
non rilevante in Italia ai giorni nostri.
Alessandro, nato a Roma
il 18 Novembre 1986, è sempre stato attratto dalla black - music e dal rock
alternativo (Nirvana, Pearl jam e Red Hot Chili Peppers) e, all’età di circa 12
anni, mentre ne stava suonando pezzi cover nel garage con gli amici Leandro e
Flaiano, si rese conto della sua passione per la batteria e di essere portato
all’uso dello strumento percussivo. Questo è stato il momento in cui, spinto
dalla madre, appassionata di musica soul, gospel e rythm & blues, decise di
prendere lezioni di batteria da un maestro privato, finché dopo 6 – 7 anni,
affiancato da Fabio, ha partorito il progetto “Space Bugs” e dopo i primi dischi
di rodaggio, nel 2010 arriva la voglia di spingere di più, di portare il
materiale anche live e mostrare al pubblico la propria voglia di fare, dandone
dimostrazione nel disco Junk Cereal. Senza l’appoggio di Fabio non sarebbe stato
possibile portare a compimento il progetto di formazione e fissazione generale
del gruppo, in quanto il bassista è stato il primo a credere in lui e nel suo
progetto artistico – musicale, esigenza di fare qualcosa. Queste le parole
del batterista, il quale mostra la sua riconoscenza all’amico, oltre che alle
altre persone ruotate intorno all’assestamento dell’idea Space Bugs.
La prima vera
soddisfazione, arrivata dal disco iniziale, diede loro la motivazione di
continuare e di far sempre di più, fino ad arrivare alla “ricompensa” data agli
artisti dal funk. Fabio paragona l’uscita del primo disco ad un parto e la
motivazione più caratterizzante per il bassista è quella di poter far sentire a
tutti la propria musica, come se fosse un percorso fatto di ostacoli e di insidie,
fino ad arrivare all’esibizione sul palco, considerata come una vera è propria vittoria: il funk è la vittoria.
Secondo Alessandro,
invece, il funk è la ricompensa
perché da questo tipo di musica torna sempre un qualcosa, l’apprezzamento da
parte del pubblico e l’apprezzamento da parte di se stessi, considerando la
musica come il riflesso della propria personalità. Il batterista, affiancato da
valenti collaboratori, tra cui lo stesso Fabio, oltre a scrivere le parti
ritmate e percussive delle canzoni, si occupa anche della scrittura dei testi,
oltre che della stesura delle parti musicali e degli accordi, inerenti alle
melodie dei brani.
Si dia il via allo spettacolo targato Space Bugs |
Commenti
Posta un commento