ANDIAMO A QUEL PAESE ..................................... Ficarra e Picone in un nuovo lungometraggio
Nel contesto delle
bellezze naturali del Meridione d’Italia si svolge la vicenda di Salvo e
Valentino, i protagonisti del film interpretati dal duo comico affermatosi come
i nati stanchi nella trasmissione
Zelig e all’attivo con diversi film, tra cui Il 7 e l’8, loro prima regia risalente al 2007. Prodotto tutto
italiano che richiama il bel paese già nel titolo, citazione della canzone E và … e và di Alberto Sordi, a
testimonianza dell’identità nazionale, ricercata, richiamata e giustamente
celebrata.
Interpretando se stessi,
Ficarra e Picone danno forma alla figura dell’italiano medio che sceglie di
tornare alle origini, trasferendosi dalla grande città, Palermo, in questo
caso, al paesino di nascita Monteforte, dove il tempo sembra non essere
trascorso e il progresso passato inosservato a favore della conservazione
cittadina. Alla ricerca di un’idea per risollevare ulteriormente le sorti
familiari non accontentandosi del solo aiuto della suocera, Salvo si ingegna
nel progetto di aprire una sorta di ospizio abusivo ed ospitare a casa propria
gli anziani del paese, ricavando reddito dalle pensioni degli stessi. Un piano
macchinoso che sembra, però, turbare Valentino e Donatella (Tiziana Lodato), moglie
dell’apparentemente geniale uomo tutto di un pezzo che prega la salute ai suoi ospiti, destando ben presto i sospetti
dell’intero paese. Prodotto cinematografico che vive, sostanzialmente e per lo
più, delle capacità interpretative dei due mattatori della commedia, visibilmente
concentrati più sulla riuscita del proprio ruolo che sulla regia del film,
particolarmente messa in luce dall’uso di inquadrature panoramiche sulla
rusticità del paese e delle consuetudini abitudinarie, come il pettegolezzo in piazza. Non mancano
diversi colpi di scena, come quello dell’auspicato matrimonio tra Zia Lucia
(Lily Tirinnanzi) e Valentino, ostacolato da alcune rivelazioni inaspettate.
A costituire il fulcro
centrale del film è, quindi, l’incontro con la realtà del paese, quasi uno
scontro con la vecchia generazione, da cui trarre beneficio raggirando,
talvolta, le regole istituzionali e confrontandosi spesso con ovvi
ripensamenti. Un contesto che, pur turbando i protagonisti, sembra non possa
mettere a tacere il loro bisogno di benessere economico, qui conquistato in
malo modo, però, come fosse una denuncia contro l’abbandono degli anziani,
ingenui e raggirabili.
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