A CHI GIOVEREBBE? .................................... provocazione e seduzione nel delirante spettacolo tra sensualità e intrigo
A
chi gioverebbe? Delitto e castigo in una casa di piacere
…… questo il titolo completo dello spettacolo presentato il 4 febbraio scorso
al Piccolo Teatro Campo d’Arte di Roma. Dopo le fortunate repliche della scorsa
stagione al Teatro dell’Orologio, il testo di Enza Li Gioi è attualmente in
scena nella zona capitolina di Campo de’ Fiori, dove ha riscosso notevole
successo nella serata della prima, vista l’interazione costruita e voluta dalla
regia di Mariaelena Masetti Zannini.
Mariaelena Masetti Zannini regista ed interprete PHOTO BY LUCA CARAVAGGIO |
Uno spettacolo innovativo che ricerca la partecipazione e il trasporto dei presenti, mettendoli al centro
della scena e rendendoli protagonisti già nei momenti pre – palcoscenico. Siamo
nel 1956, a pochi mesi dall’approvazione della legge Merlin, a favore della
chiusura dei luoghi angusti del desiderio, per cui la location della narrazione
è costituita proprio da una delle case di piacere in questione, la cosiddetta
Maison de Plasir gestita dalla signora Gemma e dalle sue figliuole,
interpretate da giovanissime ragazze di cui è assiduo frequentatore un onorevole
di partito molto importante. Partendo dalla provocazione e dalla passione
generate dalla fresca interpretazione delle attrici avvalorata dal costante
accompagnamento musicale di Francesco Paniccia al piano, il racconto ci porterà
dentro la vicenda della morte di Caterina, la quale continuerà, però, a vivere
nei sogni delle ragazze, emotivamente provate dall’accaduto e desiderose di
vendetta nei confronti dell’omicida.
Una delle caratteristiche principali della messa in scena è la dislocazione essenziale del ruolo di protagonista che arriverà, infine, ad essere identificato nel personaggio interpretato da Daniele Sirotti, l’abile commissario La Face, intenzionato a far luce sull’accaduto senza destar clamore ai piani alti. Nell’elegante bordello di città, quindi, prende seguito una storia di passione e seduzione da parte delle ragazze nei confronti del commissario e del dottor Finetti, portandoli a diventare loro complici nei piani per vendicare l’adorabile Caterina. Tra le interpreti delle donne in scena, accanto all’autrice ed alla regista, rispettivamente nei panni di Gemma e Gina, anche Sylvia Di Ianni, distintasi per le coreografie di ballo visibilmente passionali, accanto alla showgirl siciliana Erika Kamese, in luce per l’intensità dello sguardo e per lo spirito intenso di provocazione percettibile. Degna di nota anche la variazione dialettica, tra parlate locali e raffinate, tra cui il toscano dell’attrice interpretata da Emanuela Bolco, il volgar illustre della ragazza immagine dell’appartamento o il siciliano della cameriera e qualche francesismo, accanto ai toni più colloquiali degli altri interpreti, tra cui anche il musicista Giuseppe Cataldi. Un mix tra rappresentazione e musica, appunto, il tutto condensato nello schema di sogno e realtà in antitesi tra loro, senza mai identificare un protagonista assoluto, portando il pubblico alla scena finale per il dispiegamento dell’intreccio narrativo con una locuzione circa un inutile “possibile scandalo”.
la tristezza dinnanzi alla tragedia PHOTO BY LUCA CARAVAGGIO |
Una delle caratteristiche principali della messa in scena è la dislocazione essenziale del ruolo di protagonista che arriverà, infine, ad essere identificato nel personaggio interpretato da Daniele Sirotti, l’abile commissario La Face, intenzionato a far luce sull’accaduto senza destar clamore ai piani alti. Nell’elegante bordello di città, quindi, prende seguito una storia di passione e seduzione da parte delle ragazze nei confronti del commissario e del dottor Finetti, portandoli a diventare loro complici nei piani per vendicare l’adorabile Caterina. Tra le interpreti delle donne in scena, accanto all’autrice ed alla regista, rispettivamente nei panni di Gemma e Gina, anche Sylvia Di Ianni, distintasi per le coreografie di ballo visibilmente passionali, accanto alla showgirl siciliana Erika Kamese, in luce per l’intensità dello sguardo e per lo spirito intenso di provocazione percettibile. Degna di nota anche la variazione dialettica, tra parlate locali e raffinate, tra cui il toscano dell’attrice interpretata da Emanuela Bolco, il volgar illustre della ragazza immagine dell’appartamento o il siciliano della cameriera e qualche francesismo, accanto ai toni più colloquiali degli altri interpreti, tra cui anche il musicista Giuseppe Cataldi. Un mix tra rappresentazione e musica, appunto, il tutto condensato nello schema di sogno e realtà in antitesi tra loro, senza mai identificare un protagonista assoluto, portando il pubblico alla scena finale per il dispiegamento dell’intreccio narrativo con una locuzione circa un inutile “possibile scandalo”.
il commissario La Face PHOTO BY LUCA CARAVAGGIO |
In ultima analisi, la
perfetta immedesimazione nei ruoli e il preciso trasporto creatosi, dando
l’idea che le attrici diano tutte sé stesse alla rappresentazione, danno allo
spettacolo un elemento aggiunto di arte, cultura e storia, vissute tra ironia e
sketch o battibecchi di dinamica coinvolgente talvolta esilaranti. Uno
spettacolo diverso dai canoni classici del teatro, caratterizzato dall’assenza
di peli sulla lingua nei dialoghi, particolarità che lo configura quale
prodotto spontaneo e vero che sorge per ironizzare e si sviluppa per emozionare
e far riflettere, divertendo.
Attenzione all'illuminazione della scena PHOTO BY LUCA CARAVAGGIO |
Il momento di raccoglimento PHOTO BY LUCA CARAVAGGIO |
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