IL CORAGGIO FA ... 90 .................................................... il primo testo di Giuseppe Arnone tra ironia ed emozione
Lo spettacolo andato in
scena al teatro Kopò di Roma, sito in zona Cinecittà, si è rivelato in
un certo senso un tributo alla famiglia, alla patria e soprattutto un omaggio al
vissuto. Si tratta di un testo colmo di emozioni e pieno di vita, trattazioni
inserite nel contesto dei Mondiali di calcio del 1990, il tutto raccontato
attraverso gli occhi di un bimbo di dieci anni.
Scritto ed interpretato
da Giuseppe Arnone, lo spettacolo può essere inserito nel ramo del teatro
realistico che parla di sè, essendo il tema trattato la vera storia
dell’autore, mosso dalla voglia di
scrivere qualcosa di suo (cit.) per dar adito a quel periodo della sua vita
ed alle emozioni dategli dal “suo primo mondiale”, vissuto con i familiari
all’interno di quella location non meglio precisata. Diretta da Claudio
Zarlocchi, la messa in scena diverte ed emoziona, grazie ad una narrazione
effettuata interamente a livello di flashback, scandita dal monologo del protagonista,
trasportato in una sorta di back forward nella sua casa di infanzia, dove la
famiglia era riunita per assistere alle imprese dell’Italia nel corso dei
campionati mondiali. La scena è cadenzata cronologicamente a seconda dei match
ed è arricchita dall’apposizione del vissuto interiore del protagonista,
passando attraverso la caratterizzazione e presentazione della squadra della
famiglia, capitanata da Nonno Turi, capo famiglia che Giuseppe ha sempre
ammirato. Notevole la variazione e l’alternanza dialettica, passata dalla
parlata milanese dei primi dieci minuti di scena riguardanti l’impiegato della
Banca Antani al dialetto siciliano dei momenti familiari, in cui risultano molto forti la voglia di vincere e lo spirito nazionalistico. Un racconto che, partito dalla
disputa tra Italia ed Austria, pone l’accento sui giocatori e sulle eroiche
gesta di Zenga, Baresi, Bergomi e soprattutto Schillaci e Baggio, accanto alla
caratterizzazione dei componenti della famiglia, particolareggiata dall’uso di
un cast sorprendente. Il meccanismo con cui vengon tenute salde le
caratteristiche di amore per la famiglia e per il calcio risulta essere di tipo
coinvolgente, conducendo gli spettatori nel viaggio tra la risata e la passione
per il ricordo, rese con tono leggero e talvolta riflessivo, a sottolineare un
velo di speranza nel futuro.
La differenziazione
scenica delle luci e dei suoni si occupa di accompagnare il tono divertente e
profondo del prodotto teatrale, diversificando gli sketch da ridere
sull’appello ai Santi per le sorti dell’Italia a quelli profondi della rivisitazione
tematica della lotta per la mafia, inserendo la caratterizzazione di Falcone e
Borsellino e condendo il tutto con una fresca interpretazione e attenzione alla
mimica del volto.
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