In
scena all'Accento Teatro fino al 3 novembre, Shakespeare
in obitorio, prodotto
scenico firmato da Paolo Perelli. Lo spettacolo si rivela essere un
progetto carico di ironia e ritmo, riproposto dopo il successo
ottenuto nella scorsa stagione all'Essenza Teatro, spazio culturale
di Acilia diretto dallo stesso Perelli.
La
scena si svolge in un obitorio in cui dovrebbe regnare la quiete
mentre gli sketch ripetuti denotano un meccanismo accattivante;
inoltre, pur partendo da una tragedia come la morte improvvisa di
Samuel, protagonista di Riccardo
III da paura di W.
Shakespeare, lo spettacolo riesce a far sorridere, lasciando però
trasparire una riflessione di fondo.
Mino Sferra e Fabian Grutt -Tom Berenger e Sesto- |
É
quella sul senso della condizione umana, trattata qui in riferimento
al becchino Sesto,
interpretato da un fresco e intraprendente Fabian Grutt, addetto alla
supervisione dei cadaveri nell'obitorio, stravolta dall'arrivo in
loco del produttore Tom Berenger, disperato per l'accaduto al
protagonista del suo spettacolo. Un regista alquanto bizzarro che si
finge inglese per darsi un tono ma non fa altro che accentuare il
meccanismo comico degli sketch che divertono il folto pubblico in
sala. Ad allietare il tutto ci pensa il carattere femminile della
narrazione sul palco, quello di Renata, la Lady Anna del Riccardo
III da paura,
interpretata da Roberta Cataldi, attenta ad immergersi nella parte
dell'unica donna, ispirazione ed amore di un categorico Mino Sferra,
interprete del regista e produttore inglese. Degno di nota il preciso
gioco linguistico da parte dei caratteri, dal dialetto napoletano
dell'addetto alla conservazione dei cadaveri al parlato inglese di
Berenger, il quale ricorda la vocalità di Stanlio, alias Stan
Lauren, come suggerisce il cassamortaro stesso.
Prove dello spettacolo |
Il
meccanismo teatrale procede tra battibecchi scalpitanti e scene
esilaranti fino ad arrivare alla scoperta della nuova assunzione
caratteriale di Sesto il quale viene invitato e convinto a
sostituire il defunto, strozzatosi con una spina di pesce. Uno
spettacolo a tre voci, quindi, caratterizzato da una buona dialettica
e da un tono abbastanza leggero e divertente, in cui la parlata
dialettale napoletana giunge quasi a spezzare il tono serioso degli
altri due caratteri, intenti a trovare una soluzione per mettere in
scena lo spettacolo shakespeariano.
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