FLAIANO FILM FESTIVAL ......................................... luglio comincia bene all'Arca


Si prosegue con il concorso e gli appuntamenti culturali del Multiplex di Spoltore, che hanno richiamato larga parte della cittadinanza adriatica e non solo. In particolare, durante le prime quattro giornate del mese di luglio, il pubblico ha potuto partecipare alle numerosissime proiezioni relative alle diverse sezioni del festival, a partire dai film italiani in concorso e fuori concorso, fino ad arrivare alla rassegna di cinema egiziano e polacco. Numerosi anche gli omaggi e i tributi cinematografici, tra cui quello a Giuseppe Tornatore, di cui sono stati proiettati, tra gli altri, Nuovo Cinema Paradiso e La leggenda del pianista sull’oceano. Un festival dalle larghe vedute, quindi, mosse, probabilmente, dall’entusiasmo e dalla voglia di trasmettere il contenitore culturale a livello sempre più internazionale, come ha dimostrato anche l’incontro con la direttrice artistica del festival della Bournemouth University Giulia Rodilossi, proposto al fine di interrelazionarsi con una differente cultura cinematografica e conoscerne le prospettive. Si tratta di un festival di cortometraggi che dà spazio ai giovani ed agli studenti dell’università stessa, permettendogli di scavare nel proprio intimo e carpire le proprie abilità soggettive.

































Omaggiati anche i generi cinematografici dell’opera e del musical teatrali, richiamati con la riproposizione di Jesus Christ Superstar (1973) in data 30 giugno e de Les Miserables in data 2 luglio, di cui è stato proposto l’adattamento cinematografico del 2012 relativo al musical tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo. Tematica molto forte, presente nella maggior parte dei film in rassegna, è quella della famiglia che, come nel caso del musical francese, è una famiglia acquisita, formata dal furfante Jean Valjean e la piccola orfana Cosette allevata dall’uomo come fosse sua figlia.  Tra gli altri film del concorso italiano, partendo da Itaker – vietato agli italiani e passando per Vitriol, si arriva a Pinuccio Lovero – Yes I can, realizzato, quest’ultimo, da Pippo Mezzapesa per richiamare l’attenzione pubblica, probabilmente, su uno dei complessi cimiteriali pugliesi di Bitonto. Per quanto concerne il film di Francesco Afro De Falco, invece, il focus investigativo passa sulla dimensione storica archeologica del napoletano, dove due giovani ragazzi, mossi da una ricerca per la tesi di laurea, arriveranno a scoprire i segreti nascosti relativi alle macerie della città, rendendo il documento forse un po’ pretenzioso agli occhi di un vasto pubblico. In ultima analisi, nel film “vietato agli italiani”, la dimensione narrativa è costruita attorno ad una storia di affetto ricercato misto all’imbroglio, rivissuta da un bimbo orfano di madre che viene portato da Benito in Germania con la promessa di ritrovarvi il padre. Una promessa fasulla necessaria ad ottenere il lasciapassare per il confine che, però, permetterà al piccolo Pietro di maturare e di cavarsela da solo, dopo esser venuto a contatto con la malavita locale e aver ritrovato l’affetto perduto della madre in Doina. Tra gli interpreti, anche l’attore italiano Michele Placido, interprete del truffatore Pantanò, da cui si nota una notevole capacità di immedesimazione nel personaggio. È un film che gioca, quindi, sul rapporto tra amore e pericolo, ben delineato nel montaggio introspettivo delle figure centrali e bilanciato adeguatamente con la parte musicale, costruita da Marco Biscarini e dall’abruzzese Davide Cavuti. Tematica accattivante e, forse, alquanto “noir”, richiamata anche nella proiezione de Il padrino di Francis Ford Coppola, manifesto cinematografico risalente al 1972. Si tratta dell’episodio in cui si festeggiano le nozze di Conny e Carlo, a cui partecipa anche il cantante Johnny, tornato dalla California per chiedere al padrino Don Vito Corleone di farlo inserire nel cast di un prossimo film di Woltz. Tra rappresaglie e fughe, emergono i caratteri di Sonny e del fratello Michael, il quale, dopo il massacro dei familiari, assumerà il controllo della situazione fino a diventare il nuovo padrino della casata Corleone, incarico che assumerà con fermezza e decisività.




































Tanti altri i film proposti nelle tre sale cinematografiche allestite all’Arca, tra cui anche il documentario dedicato a Carlo Verdone dal titolo Carlo!, in cui è l’attore romano a raccontarsi tra luoghi e strade della città della sua maturazione, tra cui il piccolo teatro casalingo, in cui sono nati i primi personaggi dei suoi film. Proseguendo nell’analisi dei film del concorso relativo alla nostra penisola, si arriva a Benur – un gladiatore in affitto, in cui la struttura narrativa assume una connotazione esilarante, pur trattando una tematica dello sfruttamento da parte di Sergio di un immigrato bielorusso, Milan. Motivazione passional – amorosa di fondo e andamento leggero – scorrevole rendono il prodotto apertura dell’orizzonte riflessivo di chi guarda, accompagnandolo in un viaggio alquanto drammatico, relativo ai mille impieghi del clandestino che, in cambio di rifugio e protezione, si divide tra mille settori pur di inviare denaro alla sua famiglia in Bielorussia. 

In rassegna anche Mi rifaccio vivo di Sergio Rubini e Venuto al mondo di Sergio Castellitto, a denotare una tematizzazione anche italiana a fondo dell’intero concept del Flaiano, particolareggiato anche nei prossimi incontri di domani con la pescarese Sara Serraiocco, protagonista del film Salvo di F. Grassadonia e A. Piazza e con gli abruzzesi The Ceasars, autori della colonna sonora di Scialla (Stai sereno), realizzata insieme al rapper Amir.

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