FAST AND FURIOUS .................................... motori e sentimenti nella saga della Universal Pictures
Risale al 2001 il primo
film della più popolare serie sulle auto da corsa, distribuita dalla Universal
Studios, di cui dal 22 Maggio scorso è in sala il sesto capitolo, diretto da
Justin Lin, già regista dei tre dei film precedenti. Squadra che vince non si
cambia e, quindi, nel cast dell’ultimo film vi sono i soliti Vin Diesel e Paul
Walker, affiancati dai personaggi più in luce in tutte le altre pellicole. Una
serie partita dalla tematica delle corse clandestine di automobili
fiammeggianti e, seppur sia sfociata sulla criminalità delle rapine ultra –
milionarie, come quella ai danni di Hernan Reyes di Fast Five, tende a mantenere il concept di fondo “le auto devono essere veloci”. La vita
dei protagonisti è accostata, spesso, alla velocità e alla corsa ed infatti
ogni episodio della saga è basato sul correre
o morire, tema di fondo delle azioni.
In Fast and Furious 6 la vicenda è mossa dall’agente Luke Hobbs,
interpretato dal wrestler Dwayne Johnson, conosciuto anche come The Rock, il
quale ingaggia Dominic Toretto (Vin Diesel) e lo invita a riunire tutto il suo
team, consolidatosi nel precedente capitolo a Rio De Janeiro, per contrastare
l’attacco dell’ex maggiore Owen Shaw, interpretato da Luke Evans, a capo di una
squadra di piloti mercenari. Dom, inizialmente contrario all’impresa, decide di
richiamare i suoi, tra cui il cognato e amico Brian, alias Paul Walker, Roman
(Tyrese Gibson), Han (Sung Kang), Tej (Ludacris) e compiere la missione spinto
dalla voglia di far luce sul mistero della ricomparsa del suo grande amore,
Letty, interpretata da Michelle Rodriguez, fino ad allora data per morta. Un
prodotto fatto in casa che tra i brani della colonna sonora annovera anche alcuni
dello stesso Ludacris, di Don Omar e di David Guetta, tutti raccolti e
distribuiti dall’etichetta discografica Def Jam Recordings. Profonda coscienza
di fondo è, quindi, quella del bene e dell’amore, come nel caso degli ultimi
due film, in cui polizia ed ex – criminali si ritrovano a collaborare, come già
era accaduto in 2 Fast 2 Furious, in
cui Brian e Roman agevolano la cattura del criminale Veron, lasciando
trasparire, tra le righe, il senso della riscoperta dell’amicizia. Un’altra tipica
particolarità della serie sta anche a fondo della ricompensa richiesta ad Hobbs
per la cattura di Shaw, quella spinta dalla necessità di tornare a casa,
l’assoluzione per tutti i crimini compiuti. Da qui si nota anche una struttura
circolare, vista la conclusione del film a casa dei Toretto a Los Angeles, dove
tutto era cominciato 12 anni fa.
Passando in rapida rassegna tutti i capitoli
della serie, potremmo carpirne alcune delle tante dinamiche basilari ed
identificarla come un surplus di sentimenti e tematiche: nel primo l’agente di
polizia Brian O’Conner viene infiltrato nel mondo delle corse clandestine per
sventare un’organizzazione criminale che rapina petrolio dai camion con tre
Honda Civic. È da qui che ha inizio il legame tra Dom e Brian, il quale lo
lascia libero di andare, tutelando, così, anche il suo amore per Mia, sorella
di Dominic; nel secondo film della serie, invece, Brian viene reclutato dall’FBI
per catturare un noto criminale della Florida, Veron Carter, in cambio della
fedina penale pulita, missione portata a compimento grazie all’aiuto dell’amico
Roman di Bastow; il terzo film, ambientato per le strade di Tokyo, è il primo
diretto da Justin Lin ed ha come soggetto la storia di Sean, alias Lucas Black,
il quale viene spedito dal padre in Giappone dove cerca di affermarsi nel mondo
delle corse clandestine ed in particolare nel drifting. Qui Vin Diesel ha solo
il ruolo di un cameo alla fine del film, mentre Sung Kang sembra essere il
promotore dell’intera storia, aiutando il giovane americano a far strada nel
drifting, percorso che lo porterà a diventare drift king. Di ambientazione
totalmente diversa e temi che differiscono dagli altri episodi, il film viene
condotto con una narrazione in avanti, in quanto si pone successivamente a Fast
and Furious 6 per la presenza di Han, recatosi a Tokyo dopo la morte di Gisele,
che avviene nel film del 2013; nel quarto film Fast and Furious, solo parti originali, diretto nel 2009 da Justin
Lin e prodotto da Vin Diesel, Dom si ritrova al fianco di Brian, reintegrato
nel frattempo in polizia, per catturare un noto criminale della Repubblica
Dominicana, un certo Braga. Di nuovo, quindi, i due pilastri dell’intera saga
riuniti, uno per vendicare la morte dell’amata Letty e l’altro per far
giustizia. Se ognuno deve scegliere qual
è la propria famiglia (cit. agente in Fast
and Furious…2001), è proprio in questo quarto film che Brian decide di
schierarsi dalla parte del crimine, agevolando la fuga di Dom, il quale era
stato condannato a 25 anni di reclusione. Dalle inquadrature del film in sala, ma
anche da quelle dei precedenti, si nota una spiccata attenzione verso i
protagonisti principali, come quelle statuarie del quinto e del sesto su Hobbs
e Dom, reso, dunque, quest’ultimo il simbolo della saga, oltre a quelle più
profonde sul volto di alcuni dei personaggi, tra cui Mia. Si tratta, in estrema
sintesi, di pellicole dalle multi sfaccettature di genere, prevalentemente
azione ma talvolta anche avventura, alternato a scene profonde di sentimenti o
affetti e scene dal tono più leggero e divertente, come quelle in cui
protagonista è lo spassoso Roman Pearce.
Dom-simbolo |
Roman |
In conclusione, da ogni
film della serie quella che emerge con forza è una rigorosa tematica della
famiglia e del legame, quella dell’amicizia e quella del rapporto padre –
figlio nell’episodio di Tokyo. Diverse le perdite lungo il corso della saga,
come quella di Vince nel penultimo film o di Jessy nel primo, accanto a quella
presunta di Letty e l’ultimissima di Gisele, incidenti di percorso che, però,
non hanno fatto altro che rafforzare la tematizzazione di fondo della famiglia
e dell’unione. Preannunciato per il 2014 dallo stesso Vin Diesel, il settimo
capitolo della saga, sicuramente, non desterà dal sorprendere ancora con
sentimenti ulteriori, nuovi arrivi e forse ritorni, ma, soprattutto, con auto
ancor più fiammeggianti perché bisogna
solo assicurarsi che siano veloci (cit. Vin Diesel).
Il successo al
botteghino, già consolidato con Fast Five con oltre 83 milioni di dollari in
poche ore di programmazione, è stato ripetuto con gli incassi record totalizzati
da Fast and Furious 6 che ha coinvolto 24666 spettatori in una settimana
soltanto a Torino.
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