È in scena dal 23
aprile e proseguirà con le repliche fino a domenica 28 lo spettacolo del genovese Davide Mancini Happy New Fear, portato al Teatro
Millelire di Roma dal giovane attore ligure, interprete e regista avvalsosi
della collaborazione di Angela Ciaburri, affiancato sul set scenico dagli
Psycho Radio. Si tratta di un duo musicale composto da Fabio Contu alle
percussioni e Guglielmo Cassinelli alla chitarra che hanno accompagnato
l'attore in questo concerto-spettacolo
dal vivo che spazia dai toni jazz alle atmosfere blues, toccandone i versanti
rock e soul.
Partendo dall’analisi
del tema della messa in scena, sorge spontaneo definirne la base narrativa di
valore storico: sullo sfondo una trasmissione radiofonica a far da contorno
alle parole che dovrebbero stimolare la riflessione degli ascoltatori sulle
problematiche del sistema. Sembra un rimando alle classiche narrazioni storiche
degli anni ’70, in cui era proprio la radio ad accompagnare i momenti del
malcontento cittadino causato dalla trasformazione in atto nella società e
dalla crisi economica, sociale e politica. Nonostante, dunque, il tema sia
ripreso dalla tradizione storica italiana, lo spettacolo non manca di originalità
nell’interpretazione di Davide Mancini nei panni di un conduttore, un ragazzo
ridotto alla meno peggio o forse soltanto un uomo, costretto ad attraversare
questo momento problematico. Lo speaker radiofonico è il filo conduttore dello
spettacolo. Diversi, infatti, sono i ruoli interpretati: un barbone, un giovane
ubriaco alla festa di addio al celibato dell'amico, il giovane ansioso alle
prese con il colloquio di lavoro. Tutto portato avanti con una buona
interpretazione.
Conduzione radio |
Ridotto alla meno peggio |
Quello che emerge dal testo è un'analisi
sulla società moderna, un'analisi non troppo ottimista ma che comunque, riesce
ad ironizzare sulla situazione e a far sorridere gli spettatori, coinvolti e
partecipi allo show. Anche grazie all’organizzazione del teatro ospitante, sito
nei pressi del quartiere prati, l’illuminazione e l’apporto audio risultano ben
bilanciati e utili ad indagare nell’animo dell’attore che poi diventa quello di
un’intera collettività nazionale, colpita dal momento di crisi post –
industrializzazione, permettendo agli spettatori di restare concentrati sul
prodotto teatrale in scena.
Il grido di libertà |
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