Evento unico quello che
ieri sera ha dato spazio alla proiezione del film documentario di tipo musicale
sul primo concerto dei Queen oltre la
cortina di ferro. Si tratta di quello in Ungheria, tenutosi presso il
Nepstadium di Budapest il 27 luglio 1986, l’ultimo a cui Freddie Mercury prese
parte prima della morte. Stroncato dall’Aids nel novembre del 1991, l’eclettico
cantante - leader del gruppo, di cui nel film viene riproposta una carrellata
di immagini relative ai suoi rapporti con i fans, ha lasciato un ricordo
indelebile nella musica rock, grazie alla sua particolare voce, densa di
aggressività e allo stesso tempo fluidità, nonché leggerezza di trasmissione.
Una trasmissione di emozioni, appunto, come è stato possibile evincere dallo
stesso docu-film, in cui l’immenso palcoscenico dello stadio ungherese, è
diventato veicolo di interazione tra i musicisti e gli 80000 fans presenti. Un
concerto che ha fatto epoca, essendo stato anche il primo che una band
occidentale ha tenuto oltre il confine, parte fondamentale del Magic Tour
della regina sia per la storia che
per la valenza spettacolare elevata, garantita anche dagli ottimi impianti e
dalle illuminazioni psichedeliche volte a catturare il pubblico, una sorta di
omaggio nato da un prodotto rimasterizzato
in alta definizione e portato sul grande schermo cinematografico. Costituisce
un capitolo importante dell’enciclopedia musicale del rock anni ’70-’80 la
storia del gruppo dei Queen, di cui Freddie Mercury si è fatto portavoce e
protagonista di brani indimenticabili, tra cui I want to break free, We will
rock you, Under Pressure o We are the champions, riportati in
quasi due ore di visione insieme a tanti altri.
Brian May |
John Deacon |
Roger Taylor |
Documentario di tipo musicale,
in quanto, sebbene sia concentrato sull’evento centrale del concerto, il focus si sposta anche su episodi della
routine quotidiana degli altri elementi del gruppo, a partire da Brian May, di
cui vengono ripercorsi anche i momenti pre - esibizione. É stato il chitarrista
della band britannica e primo collaboratore di Freddie, suo compagno di studi
al college, durante i quali è nato il progetto Queen. Sguardo anche su
John Deacon, bassista del gruppo, di cui si nota una spiccata versatilità e agilità
nel marcare la struttura dei pezzi, ritmati dalle percussioni di Roger Taylor,
elemento maggiormente incisivo, probabilmente, del sound hard rock costituito.
Accanto alla voce principale di Freddie, esibitosi anche in esecuzioni al
piano, i tre personaggi sopra citati, hanno decantato la melodia dei pezzi arrichendola,
in funzione di coristi. Una raccolta di minuti inediti quella che ha indagato
sulla routine quotidiana della vita di questi grandi musicisti, come il focus
sulla corsa di go-kar di Taylor o della conversazione con una bimba di Deacon.
Compito fondamentale del leader del gruppo è sempre stato quello di
preoccuparsi di allestire un bello spettacolo e assicurasi che la band regina
offrisse l’intrattenimento di una certa consistenza, attraverso un aspetto
regale e maestoso alla base, costituito da fascino e bellezza seducente (cit.
Greg Brooks e Simon Lupton, Freddie
Mercury parole e pensieri, Arnoldo Mondadori editore, 2008, Milano).
Significativo l’intento
documentaristico – celebrativo del film, volto a render memoria alla storica
band e a questo concerto epocale, procedendo con un po’ di essenzialità,
condizione, però, necessaria per mettere la musica e i suoni della band al
centro, al fine di toccare il cuore degli spettatori, facendo risaltare la
capacità emozionale di una delle voci più belle della storia, quella di Freddie
Mercury, leggenda della musica che non lascerà mai i nostri cuori.
Montaggio lineare ed
esplicativo, bilanciamento audio degno di nota e filo narrativo coinvolgente
sono le caratteristiche che rendono il prodotto un pezzo importante
dell’incontro tra cinema e musica, importante per la collezione degli amanti
del genere o dei fans della band dei Queen, destinata a rimanere nella storia forever.
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