MILLE METRI SOTTO TERRA.......verso MARCINELLE........a Montesilvano



Secondo appuntamento con la rassegna artistica Montesilvano d'Autore quello della serata di Ognissanti, durante la quale si è assistito ad un recital-spettacolo atto a ricordare i morti nella miniera di Charleroi a causa dell'incendio avvenuto l'8 agosto 1956, tra cui moltissimi italiani, in particolare abruzzesi (Disastro di Marcinelle). Una trattazione che ci riguarda da vicino, dunque, messa in scena, attraverso i canoni dell'interpretazione teatrale, da Milo Vallone, ideatore e autore del progetto drammaturgico, mentre autore del testo è Luca Pompei.


La narrazione è stata divisa in tre momenti, quello iniziale dell'adolescenza del giovane Tonino, in cui si vive nel sogno, destando quasi commozione nel pubblico presente, stimolato dalla destrezza vocalica di Milo, bravo a tenere l'emozione fuori dal palcoscenico e a diventare il personaggio interpretato, seppur con molto trasporto emotivo. Il secondo momento della pièce narrativa riguarda il viaggio dalla stazione dei treni di Pescara verso i campi minerari della nazione belga. Il ventenne Tonino, dopo aver lasciato anche la sua amata Annina, recatasi a Basilea, è motivato dalla speranza di poter presto tornare a casa a Manoppello, dove aveva lasciato il padre Domenico e la madre in lacrime, già addolorata per aver perso l'altro figlio in guerra. Dal sogno della prima parte si passa, dunque, alla speranza, entrambi stadi musicati con maestria dalla fisarmonica di Davide Cavuti, anche autore delle musiche, dalla chitarra di Franco Finucci e da violino e viola di Antonio Scolletta, diligenti nel seguire la recitazione e nel variare l'assetto audio – esecutivo.


Tema onnipresente è quello della luce, unito a quello dell'amore, anzitutto per la terra di provenienza, elementi che danno speranza a Tonino e lo agevolano nella sua maturazione, simboleggiata anche dal viaggio, atto centrale dello spettacolo che anticipa quello della delusione del ritorno a casa, momento in cui Tonino scopre di aver definitivamente perso l'amore di Annina, decidendo di tornare in miniera, a mille metri sotto terra, appunto.


La delicatezza delle musiche, unita alla protuberanza delle stesse sono pervenute, in modo naturale, dalle emozioni suscitate dal testo (cit. Davide Cavuti) e i dialoghi - narrazione, tanto cauti e riflessivi, quanto decisi e prorompenti, sono partiti dal cuore dell'artista (cit. Milo Vallone).


In definitiva, la serata può essere considerata un momento di riflessione per rivivere, attraverso l'interpretazione e i canoni teatrali, una storia drammatica che riguarda da vicino la nostra nazione, ma ancor di più la nostra regione.


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