Incontro
letterario.............queste
le parole per definire il tema della serata di ieri, durante la quale
si è potuto assistere alla presentazione del libro di Gino Ruozzi,
intitolato Ennio
Flaiano........una verità personale,
tenutasi al Mediamuseum di Pescara.
Ennio
Flaiano non fu solo sceneggiatore – come ha rivendicato Ruozzi –
ma anche attore, regista, poeta, letterato. Una personalità a tutto
tondo, insomma, che l'autore del libro in oggetto ha voluto
affrontare indagandone particolarità e curiosità, nonché verità
di tipo riflessa e oggettiva. A moderare il dibattito, il giornalista
Rai Franco Farias, il quale ne ha introdotto le tematiche, lasciando
spazio all'autore e agli ospiti presenti, a partire da Edoardo
Tiboni, presidente della Fondazione Tiboni, molto emozionato,
probabilmente, per il nuovo appuntamento con l'arte di Flaiano.
Presente
anche Fabrizio Natalini, ricercatore e scrittore cinematografico, il
quale, forte della sua esperienza in tale ambito, ha delineato le
fondamenta del cinema flaianeo, considerando il libro un omaggio
all'autore adriatico, in cui Ruozzi ne ha voluto mettere in luce
tutte le fasi artistiche, dall'esperienza letteraria romana alla
vittoria del premio
Strega del 1947,
fino ad accostarlo a Gabriele D'Annunzio, altro autore di cui la
città di Pescara vanta la provenienza, a Calvino e, infine, a
Fellini, con cui si è mosso in simbiosi. Un'arte discontinua quella
di Ennio Flaiano, cimentatosi nelle più varie manifestazioni
dell'interiorità umana, di cui arte cinematografica e letteraria ne
sono perfette espressioni. Spinto dalla passione per Proust,
Boccaccio, Casanova e per gli autori inglesi, Flaiano fu anche
giornalista e aforista, come Manzoni e Macchiavelli. L'autore del
libro, inoltre, si è lamentato, in un certo senso, della non curanza
e della mentalità riduttiva
della contemporaneità, a causa della quale, Flaiano, non è affatto
menzionato nelle antologie del cinema, nonostante sia stato un
fluente scrittore. I titoli che Ruozzi ha utilizzato per i capitoli
sono citazioni estratte dalle opere di Flaiano, annoverato anche dai
giornalisti contemporanei quale figura
consapevole del suo operato, avendo fatto tutto, sapendo che avrebbe
lasciato qualcosa ai postumi.
Misurandosi con diversi generi in forma di scrittura breve, come
l'aforisma e la poesia epigrammatica, con un atto di estrema
consapevolezza, Flaiano è da considerarsi un cronista, lungi dalla
volontà di mettersi in mostra.
In
definitiva, il lavoro di Gino Ruozzi è il risultato di una passione
per il cinema e per le figure identitarie di esso, pubblicato, non a
caso, in concomitanza con il quarantesimo anniversario della morte di
una delle sue figure chiave, Ennio Flaiano, scomparso nel novembre
del 1972.
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