LA VERA STORIA DELLA BELLA E LA BESTIA a Pescara



Presso il monumentale Teatro D’Annunzio di Pescara, è andato in scena nella serata di giovedì 16 agosto il musical ispirato alla storia fantastica de “La Bella e la Bestia”, presentato dall’associazione culturale La Favola Bella e tratto dai racconti di Gabrielle-Suzanne Barbot De Villenueve e ridotta nel 1957 con la collaborazione di Jeanne – Marie Leprince De Beaumont. La versione originale e primaria della fiaba popolare, però, sempre ad opera di Gabrielle Suzanne Barbot, va datata intorno al 1940, anno in cui l’autrice francese la raccolse in La jeune américaine, et les contes marins.

Numerose le aspettative per la rappresentazione de “la vera storia della bella e la bestia” e pubblico fremente già dall’anteprima, visto il precedente successo della compagnia con la teatralizzazione di “Peter Pan”. La trama è quella di una splendida storia d’amore tra una dolce fanciulla di paese e un principe, trasformato in bestia da una fata per aver cacciato dal castello una vecchietta in cerca di ospitalità. Nel corso della narrazione si scopre che l’animo della bestia, seppur così terribile, aveva in sé un velo di umanità, caratteristica della quale Bella, imprigionata dal mostro, si invaghirà al punto di innamorarsi dell'essere apparentemente crudele. Storia ricca di fascino e di emozione che nel riadattamento a musical nasconde qualche sorpresa costitutiva, a partire dalle numerose scene riflessive dei vari personaggi, accompagnate da buona musica e canto rigoroso, elementi presenti anche nella messa in scena di uno spettacolo da parte di Moccolo, Farfuglia e Petila, fedeli servitori dell’ ex – principe, il quale compare in sogno a Bella attraverso uno specchio, dandole la forza di continuare a lottare contro le peripezie dell’avventura. Bella, seppur pensando di essere innamorata dell’uomo dei sogni, al tempo stesso inizia ad essere attratta dal mostro e dal suo sguardo,dopo aver ballato con l’essere e averlo intensamente guardato negli occhi.

Forse un po’ eccessivamente alte le musiche e le altre sonorità dello spettacolo, al punto di coprire le voci degli attori, di cui, purtroppo, non sempre si riesce a carpire la dimestichezza nell’interpretazione scenica. Nonostante le mancanze audio – foniche e la scenografia un po’ scarsa, essendo il teatro D’Annunzio abituato ad ospitare un altro tipo di eventi in cui la scenografia è solo una minima parte dello spettacolo e conta più la professionalità attorica, come per gli spettacoli di Enrico Brignano, lo spettacolo può essere considerato ben riuscito e gratificante per la compagnia, visti gli applausi finali e il coinvolgimento creatosi durante la serata, anche grazie ai giovanissimi e simpaticissimi attori, bravi ad intrattenere il pubblico adulto e soprattutto quello dei bimbi, inserendo anche un lato comico nella storia proposta.

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