Le prove preventive |
Coinvolgente serata
musicale quella di venerdì 11 maggio 2012 al Muzak di Roma, sala
prove situata nel quartiere Testaccio. Ne sono protagonisti gli Space
bugs, gruppo funky multi – etnico, composto da quattro ragazzi
e due coriste intenti a proporre la loro musica, intesa anche come
modo di essere. Infatti, secondo i ragazzi, il funk non è solo un
tipo di sound e di ritmo impostato ma proprio un'espressione
dell'intimo, di se stessi e della ricerca della libertà nella vita.
Il pubblico, accorso numeroso per l'evento, entra a contatto con il
grido di libertà di questi giovani musicisti,che attraverso il funk
urlano il loro disprezzo per le situazioni che rendono schiavi della
vita e prigionieri della storia.
Marco Zitelli, Fabio Gabbianelli e Daniele Calabrò |
La band è costituita da: Alessandro
Cavallaro alla batteria, Marco Zitelli come chitarrista e Fabio
Gabbianelli al basso. Il ruolo di secondo chitarrista è occupato da
Leandro Fiacco, Daniele Calabrò è la voce del gruppo, mentre Heidi
e Francesca sono le due coriste. La band degli Space Bugs nasce
da un'idea del batterista Alessandro, meglio conosciuto come Alex, il
quale nel 2006 inizia a costruire la nuova ideologia funky e nel
2010, dopo il discreto successo del primo disco inciso, decide di
rendere fisica e reale questa idea virtuale. Secondo le parole di
quest'ultimo la vita mette di fronte a situazioni e realtà a volte
al di fuori della nostra portata e comprensione, situazioni che
sembra vogliano sotterrare la personalità e renderla in schiavitù.
Proprio per questo la musica funky diventa, quasi, una ricompensa per
aver resistito, non essersi arresi e aver fatto sentire la propria
voglia di libertà. Daniele Calabrò, nasce quasi come figlio d'arte,
essendo stato il padre un chitarrista progressive; proviene da studi
di canto, dapprima seguito da Marco D'Angelo, corista della RAI, poi
da Gianluca Perdigaro, insegnante di canto in una delle scuole vocali
di Roma. Voce spinta al di sopra del limite anche dalle coriste, in
particolare da Heidi Li, cantautrice nata e inizialmente formatasi a
Hong Hong con la cultura asiatica che le impartirono i genitori.
Attualmente nel suo percorso artistico, la ragazza vanta presenze ed
esibizioni in Canada, in Inghilterra, in Francia e ora in Italia,
cimentandosi con la musica jazz, blues e funky, spostandosi
direttamente da Perugia, città in cui risiede.
Heidi e Francesca |
Alessandro Cavallaro |
Durante la serata,
tutta ritmata rigorosamente dal buon batterista Alex, si parte dallo
stile funky, tipico della band, per arrivare a quello country, di cui
portavoce principale si fa il chitarrista Marco il quale, dichiara di
muovere le mani sulle corde secondo le proprie sensazioni del
momento, senza nessuno studio preventivo di note, pentagrammi o
canoni particolari.
Complessivamente, la serata ha dato un buon esito
in termini di coinvolgimento del pubblico, in quanto il funk degli
Space Bugs nasce proprio dalla voglia di stare insieme,
trattandosi di unità e incontro tra musicisti e ascoltatori in uno
spirito che diventa uno stimolo a “spingere di più” con la
musica, con un sound deciso che riesce ad entrare nell'animo e nella
mente di chi ascolta. Come ogni tipo di musica, anche il funk è
diretto al cuore della gente e questa band vuole trasmettere le
emozioni e le inquietudini che prova con forte incisività, talvolta
confusa con pura aggressività, pur non essendo così, come ci
dimostra Daniele, nei momenti in cui il tono vocalico si fa più
lieve e rilassato, come ad indicare momenti necessari di quiete nella
routine quotidiana. Oltre alle doti vocali del cantante, da
apprezzare anche quelle delle due coriste, le quali, immedesimandosi
in un ruolo di mediazione tra i membri del gruppo e gli ascoltatori,
compiono un viaggio nella musica atto a divertirsi e far
divertire, obiettivi principali ricercati dalla band anche con
molta umiltà. Al di là di quest’ultimo aspetto, elementi
decisamente positivi per il gruppo si riscontrano anche parlando
dell'assetto musicale di supporto ai brani, buono anche grazie agli
strumenti, utilizzati in modo rigoroso dai ragazzi che mostrano così
di essere musicalmente preparati. Nota di merito anche per la sala
del Muzak allestita per il concerto, visto il buono impianto audio –
fonico predisposto e l'allestimento della scena con luci
psichedeliche e laser. Nonostante abbiano alcune influenze di fondo
del funky di artisti noti, tra cui James Brown, i simpaticissimi
ragazzi del gruppo, disponibili anche all'interazione con gli
ascoltatori, si presentano con brani del tutto inediti e dimostrano
di aver costituito e di voler portare avanti con impegno costante un
degno progetto artistico - musicale in fase di maturazione che merita
certamente di essere seguito dagli amanti del genere, ma anche dai
meno – coinvolti nella funky – music.
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