Sommario:
Al
Teatro Accènto di Roma viene messo in scena uno spettacolo brillante
che ha come tema le vicissitudini delle donne che hanno fatto grande
la storia della città eterna. Si tratta di un viaggio nella storia
di Roma, raccontata dalle protagoniste, più o meno note, della
città.
Recensione:
Lo
spettacolo è suddiviso in otto scene principali, ognuna delle quali
è caratterizzata dalla narrazione da parte di uno dei personaggi,
rigorosamente femminili: il fantasma della papessa Giovanna,
personaggio leggendario della Roma medievale;
Ottavia, sorella dell'imperatore Augusto, vissuta prima della nascita di Cristo; l'avvocatessa Afrania, prima femminista della storia romana, la quale polemizza sul destino riservato alle figlie femmine delle famiglie romane e sulla condizione della donna. Procedendo nella narrazione, sulla scena anche Santa Cecilia e Santa Prassede, le quali dibattono sulla loro santità e i loro miracoli; Donna Olimpia Madalchini, la “Pimpaccia de piazza Navona” del Rinascimento, la quale racconta delle sue gesta per scampare al convento; la potentissima Paolina Borghese, sorella dell'imperatore, la quale si mette in posa per essere scolpita come una dea. Nelle ultime due scene si dà voce anche alle donne che accolsero i soldati della Breccia di Porta Pia e a quelle che vissero la seconda guerra mondiale, grazie alla storia e ai film di Anna Magnani, protagonista dell'ultima scena, in cui rivendica le sue origini romane e racconta dei suoi amori, fino ad arrivare a quello per Roberto Rossellini. Elsa Morante, scrittrice controversa, vissuta accanto al teatro, rappresenta il punto di contatto di tutta la rappresentazione e sullo sfondo narra una storia parallela.
Ottavia, sorella dell'imperatore Augusto, vissuta prima della nascita di Cristo; l'avvocatessa Afrania, prima femminista della storia romana, la quale polemizza sul destino riservato alle figlie femmine delle famiglie romane e sulla condizione della donna. Procedendo nella narrazione, sulla scena anche Santa Cecilia e Santa Prassede, le quali dibattono sulla loro santità e i loro miracoli; Donna Olimpia Madalchini, la “Pimpaccia de piazza Navona” del Rinascimento, la quale racconta delle sue gesta per scampare al convento; la potentissima Paolina Borghese, sorella dell'imperatore, la quale si mette in posa per essere scolpita come una dea. Nelle ultime due scene si dà voce anche alle donne che accolsero i soldati della Breccia di Porta Pia e a quelle che vissero la seconda guerra mondiale, grazie alla storia e ai film di Anna Magnani, protagonista dell'ultima scena, in cui rivendica le sue origini romane e racconta dei suoi amori, fino ad arrivare a quello per Roberto Rossellini. Elsa Morante, scrittrice controversa, vissuta accanto al teatro, rappresenta il punto di contatto di tutta la rappresentazione e sullo sfondo narra una storia parallela.
Il
senso fondamentale dello spettacolo è deducibile già dal titolo, il
quale sta ad indicare che la storia della città è riconducibile
alle donne, in quanto anche i grandi uomini di Roma sono nati dal
grembo di una donna.
Commenti
Posta un commento