FREDDIE
MERCURY STORY
La
Storia dei Queen
Introduzione:
Questo
articolo vuole dare spazio alla storia di Freddie Mercury, in
relazione alla storia dei Queen, gruppo di cui l'artista faceva
parte. Il 24 novembre 2011 è ricorso il ventesimo anniversario della
sua morte e in memoria del cantante del gruppo sarà analizzato il
dvd “Freddie Mercury story” che ripercorre la storia del
musicista a partire dal primo album dei Queen fino ad arrivare
all'ultimo disco dal titolo “Innuendo”. Il docu-film in dvd è
costituito da immagini e videoclip riguardanti le esibizioni e i
concerti della band, interviste ad esperti sulla vita e la carriera
di Freddie Mercury. Si cerca di ricostruire la vita del cantante e di
lasciare in sua memoria un documentario che ne testimoni lo spessore
artistico.
Analisi
e recensione:
Il
documentario parte con alcune interviste sugli inizi della carriera
di Freddie Mercury e dei Queen a Jill Griffin, Mark Blake, Jerry
Ewing, Malcolm Dane e Les Davidson. Questa introduzione viene
accompagnata dal videoclip, riproposto tra le interviste, della
canzone “We will rock you”, cantata da Freddie Mercury
accompagnato dal resto del gruppo. Alcune immagini, ritraenti il
cantante e il gruppo durante le esibizioni, completano questo sguardo
in “memoria” della storia della musica rock dei Queen.
Andando
avanti nel documentario si cerca di definire lo stile dei Queen
rifacendosi anche all' intervista fatta a un produttore discografico:
si tratta della prima casa di incisione con cui i Queen hanno fatto
un disco, anche con delle sessioni alla radio. Provando a dare una
definizione dello stile musicale della rock-band, si può dire che:
“i due elementi chiave dei Queen erano la chitarra di Brian May e
la voce di Freddie Mercury” con tutta quella “pomposità” che
si ritrova nel disco; si trattava di uno stile pomp-rock: questo può
sembrare un termine offensivo ma risulta essere un termine molto
appropriato per definire il rock “pomposo” della band, con tutta
quella carica sugli accordi e sulla voce di Freddie, carica di forti
vocalizzi particolari. Il produttore discografico definisce i Queen
“un gruppo davvero in gamba”, dicendo: “quando
vennero da me la prima volta sapevano bene cosa volevano fare”.
Dopo alcuni album di rodaggio, la band realizza il suo album più
rappresentativo: “Queen II”. In questo disco i Queen affrontano
temi che altri non avevano mai affrontato: non parlano della storia
della corte francese o di politica, ma di sesso e droga con grandi
canzoni pop. Qui si nota il primo passaggio di espressività del
gruppo: si passa da canzoni di impianto rock a canzoni di impianto
pop, permettendo al pubblico di spaziare tra i vari generi.
Il
loro terzo album è stato quello che li ha spinti avanti; è un album
meno progressivo, più heavy metal degli altri, portando i Queen
davanti a un pubblico più vasto di quello composto solo dai fans.
Secondo
le testimonianze “pochi
sono stati i gruppi rock che hanno mantenuto il successo tanto a
lungo come i Queen”.
Stiamo parlando di una band dalla duplice faccia in quanto era sia un
grande
gruppo rock
che un grande
gruppo pop
e ora spaziava anche nell'heavy
metal.
Tra le varie esibizioni riproposte nel dvd si distinguono quella a
Rio de Janeiro, quella in Giappone, in Argentina e quella al Rainbow
Theatre in America.
Facendo
un passettino indietro sulle origini della band, si ricorda nel
documentario che i Queen “erano
i tipici fans del rock di fine anni '60, cresciuti con i Beatles e
gli Stones, con i Cream, i Led Zeppelin e con Jimi Hendrix”.
I primi componenti del gruppo si erano uniti a fine anni '60 e quando
Tim Staffel, bassista, decise di non voler più farne parte arrivò
Freddie Bulsara. La band si chiamava Smiley e il primo imprinting di
Freddie fu proprio nel proporre un nuovo nome che poi divenne quello
effettivo: “i Queen”; decise poi di cambiare anche il suo nome in
Freddie Mercury e sin dal primo giorno divenne il vero
leader della band
perchè apportò un notevole miglioramento. In quel periodo era di
moda il rock progressivo e l'heavy rock. Freddie era interessato alla
musica classica e all'opera, come si può notare anche nel singolo
“Bohemian Raphsody”.
I
Queen vennero ascoltati per la prima volta dal produttore
discografico su un nastro portatogli da Ronnie Beck, titolare della
Felton
Publishers. Tutto
partì da qui e nel '73 i Queen si esibirono nella prima loro
sessione dal vivo, riscuotendo notevole successo. Fino ad allora non
avevano suonato mai da nessuna parte in pubblico; lavoravano con
un'agenzia di management che, in seguito, gli offrì un contratto per
registrare con i Trident
Studios.
In queste condizioni venne fuori il loro primo disco molto heavy rock
e il nome di Freddie Mercury andava sempre più emergendo come leader
della band dalla forte voce particolare; si trattava di un disco
molto denso e solido ma si capì che nell'album i Queen non
rendevano come dal vivo, non catturavano la folla e non captavano la
stessa atmosfera; infatti essi erano ideali per l'effetto stereo con
lo stile pomp-rock, ricco di enormi sonorità esagerate. Durante i
concerti Freddie, sempre vestito con una canotta, saltava sul palco
come se fosse il padrone, “in
quel contesto lo era davvero”.
Analizzando
via via gli altri album, si passa da “Queen II”, album in cui si
elabora quello che era stato fatto in “Queen I”, fino ad arrivare
a “Sheer Heart Attack”, album meno progressivo degli altri che
mostra quale direzione avrebbero seguito i Queen nel corso della loro
carriera; infatti è un album molto più heavy metal dei due
precedenti; il brano che più si distingue tra quelli di genere heavy
metal è “Now
I'm Here”
perchè dava a Freddie l'opportunità di mettere in mostra la sua
voce straordinaria e di interagire con il pubblico che rispondeva
alla sua voce; è un brano cantato in modo classico e Freddie lo
interpretava diligentemente.
L'album
“A
Night at the opera”,
disco di apertura della seconda fase della carriera dei Queen, viene
spesso considerato come il
migliore dei Queen, forse
solo perchè contiene il singolo
Bohemian Rhapsody; quello
che si può dire è che sicuramente è l'album più esagerato dei
Queen in cui tutto grida eccesso, sin dalla copertina, disegnata
proprio da Freddie, il quale dice: “ questo
album è il momento in cui i Queen sono andati in studio e hanno
messo dentro tutto, senza barriere”;
è stato un album di svolta, in cui è contenuta la ballata più
grande di tutti i tempi “Love
Of my Life”,
la quale faceva letteralmente impazzire i fan; nell'album ci sono
tutte canzoni di stili diversi, dalla ballata suddetta al brano
totalmente acustico per la chitarra di Brian May. I Queen hanno il
privilegio di essere stati una band molto eclettica, in quanto
affrontavano diversi generi e differenti tematiche; era un gruppo
pronto a correre dei rischi; infatti dopo essere passati tra rock,
pop e heavy metal, blues approdarono all'opera, alla musica classica
e al gospel; proprio a questo punto gli scettici capirono che i Queen
non sarebbero mai scomparsi e avrebbero lasciato un segno indelebile
nella musica contemporanea.
Nel
1977, dopo aver fatto una sessione per John Peel, uscì il disco
“News
of the World”
con canzoni rimaste celebri nel corso dei tempi; i Queen decisero di
realizzare questo album perchè la gente andava dimenticandosi che
esistevano gruppi come il loro, dato che in quel periodo tutti
prediligevano il genere punk; erano diventati un gruppo pop-rock, un
miscuglio dei due stili, non più solo rock o solo pop; le canzoni
più rilevanti di questo album sono “We
will rock You”
e “We
are the Champions”.
La prima era, a parere di Freddie, troppo esagerata ma piacque molto
ai fan e quindi I Queen continuarono a suonarla; la seconda è la
canzone che accompagna da sempre gli eventi sportivi; i concerti dei
Queen non potevano considerarsi completi senza queste due canzoni che
divennero altrettanto importanti del singolo “Bohemian Raphsody”.
Tuttavia, i Queen davano fastidio all'opinione pubblica perchè
mettevano in mostra la loro ricchezza durante i concerti con canotte
attillate e scollate. In seguito i Queen vennero consacrati come una
pop band moderna che elabora stili diversi, grazie all'album “Jazz”,
definito un disco fuori di testa. Spicca tra le altre la canzone “Fat
Battomed Girls”,
celebrazione delle dimensioni dei "deretani” delle donne da
parte di Freddie Mercury, cantante chiaramente gay.
In
seguito, nel 1980, esce l'album “The Game” in cui si nota un
grande cambiamento: i sintonizzatori, fino ad allora mai usati dai
Queen, sono ovunque; il gruppo era cambiato, i membri della band
avevano tagliato i capelli ed erano diventati più discreti, senza
tutti i fronzoli in mostra; si cimentarono qui nel rockabilly,
nel rock
'n' roll anni '50
e nel funk:
espansione musicale verso lo stile anni '50. Nel corso del
documentario si vedono altri videoclip di celebri canzoni tra cui
“Saturday
Night Live”
e “Another
One Bites The Dust”,
commentata e suonata alla chitarre da Les Davidson. Quest'ultima è
una canzone di John Deacon, il quale dimostra di saper scrivere
singoli hit. Il brano sembrava una mossa radicale all'epoca, mentre,
ascoltandola oggi, è possibile riconoscere i Queen degli anni ' 80.
Si
vedono i videoclip delle canzoni “Flash”
e “Under
Pressure”;
la prima è stata anche la colonna sonora del film “Flash Gordon”.
Il docu-film passa a focalizzare il nuovo album: “Hot
Space”,
un disco che divide un po' i fan dei Queen perchè alcuni brani non
funzionano a causa della produzione discografica e della
strumentazione usata. I Queen si erano spostati sulla dance
e disco,
filtrando i brani con il loro sound. Con l'album “The
Works”
i Queen si dilettano nel synth
pop,
album che segna l'inizio della rinascita dei Queen che avevano
recuperato l'ispirazione. Rilevante è la canzone “I
want to break free”,
di cui viene proposto il videoclip. È la canzone che segna un nuovo
cammino della band nel synth pop e dà l'avvio a nuovi successi.
Viene poi riproposto il concerto
“Live Aid”, tenutosi il 13 luglio 1985 in diverse località; è
stato il più grande collegamento via satellite e la più grande
trasmissione televisiva di tutti i tempi.
Con l'album “Innuendo”
Freddie, avendo scoperto di avere l'AIDS e che sarebbe morto, dà
l'addio ai suoi fan e al pubblico. Tutti testimoniano che il cantante
lavorò senza freni e senza pausa a questo ultimo disco. Il
documentario si conclude con la riproposizione del video di “We
Are the Champions” come omaggio alla memoria di questo storico
gruppo.
Commento:
Si è visto come la band, nel
corso della carriera, abbia sperimentato diversi generi musicali, dal
rock fino al gospel, passando per il pop con più varianti di
composizione, heavy metal, blues, musica classica, opera, dance e
disco, realizzando un proprio sound unico, impossibile da imitare.
La storia del gruppo “Queen”
va ripercorsa in relazione alla storia di Freddie Mercury, cantante e
leader del gruppo. Si è evidenziato come l'artista, portando delle
modifiche all'assetto della band, abbia elevato il livello artistico
del gruppo. A cominciare dal nome del gruppo egli ha apportato anche
un cambiamento stilistico, sfociando nell'opera e nella musica
classica. Con la sua voce poderosa e particolare è stato l'artefice
del successo mondiale della band.
Questo dvd vuole essere un
documentario sulla sua vita e sullo sviluppo dei Queen; costituisce
un omaggio in memoria del cantante, deceduto il 24 novembre 1991, per
lasciare al pubblico un ricordo, se vogliamo un po' schematico, di
una band e di un cantante che hanno iniziato la storia della musica
rock e pop ad altissimi livelli.
I videoclip proposti nel dvd sono
inerenti alle tematiche trattate. In particolare, oltre a quelli
delle canzoni portabandiera dei Queen, tra cui “We will rock you”,
quello della scena conclusiva, “We are the champions” vuole
appunto identificare i membri del gruppo come “campioni”.
Infatti, la band ha lasciato una grande eredità alla musica
contemporanea, restando nella memoria come “un gruppo unico,
impossibile da imitare”.
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